I cubani non bastano, i camici bianchi non si trovano e i reparti degli ospedali del Reggino restano a rischio. In attesa dei concorsi si torna a puntare sugli esterni (e a pagarli 3mila euro a settimana)
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Guardie mediche a rischio di forte dimensionamento, concorsi che vanno (spesso) deserti, posti chiave che risultano desolatamente vacanti: la coperta resta sempre corta e neanche l’arrivo di una folta pattuglia di dottori cubani è riuscita a mettere un freno alla continua emorragia di medici con cui gli abitanti del reggino sono quotidianamente costretti a fare i conti.
Una situazione che continua a trascinarsi nel tempo e che ha costretto l’Asp di Reggio a indire un nuovo avviso di selezione pubblica per il reperimento di una serie di figure professionali specializzate in otorino, gastroenterologia, cardiologia pediatrica, anestesia e rianimazione, ostetricia e ginecologia e urologia da inserire nei turni di servizio degli ospedali della provincia. Un avviso che arriva a rinnovare un quasi identico bando scaduto a dicembre e che offre sei mesi di contratto (prorogabili) per i professionisti disposti a lavorare nella disastrata sanità della punta dello stivale.
E quindi – scrive l’Asp nella delibera della settimana scorsa che da via libera all’ennesimo ricorso a medici esterni alla pianta organica dell’azienda reggina – il bando si rende necessario «in considerazione della grave carenza di personale sanitario e delle necessità di garantire immediata assistenza sanitaria nelle diverse unità operative di questa azienda, verificata l’impossibilità di reclutare ad oggi dirigenti medici specializzati per la carenza e l’indisponibilità degli idonei nelle graduatorie aziendali».
Un’urgenza così stringente che per essere ancora più appetibile, l’azienda sanitaria raddoppia i compensi orari, rispetto all’offerta contenuta nel bando scaduto a dicembre, portando da 40 a 80 euro l’ora, il compenso per i camici bianchi che potranno lavorare per un massimo di 38 ore la settimana, che in soldoni fanno poco più di tremila euro per ogni settimana di lavoro. Non sono richieste particolari esperienza pregresse, solo la specializzazione in una delle branche richieste e l’iscrizione all’ordine dei medici.
Non è la prima volta che l’Asp reggina ricorre all’utilizzo dei costosissimi medici a gettone per sanare i buchi nei raparti ospedalieri che altrimenti resterebbero sguarniti. E per uno di questi contratti la stessa azienda sanitaria reggina era finita sotto indagine da parte dell’Anac che, nella sua indagine, aveva evidenziato come “pur comprendendo la necessità di garantire la continuazione del servizio a tutela della salute pubblica – si leggeva nel documento – in base alle motivazioni contenute nel verbale sembra piuttosto che l’urgenza, anziché derivare da fatti imprevisti e imprevedibili, non imputabili all’amministrazione, derivi sostanzialmente da circostanze legate alla carenza di dotazione, nell’organico della Asp, di medici con profilo professionale idoneo alle mansioni da svolgere e, dunque, presumibilmente da correlare a carenze previsionali/programmazione, sostanzianti inefficienze strutturali e organizzative della stessa amministrazione».