L'esponente di Forza Italia è accusato di scambio elettorale politico-mafioso nell'ambito dell'inchiesta Eyphemos. Dopo il voto da parte della giunte per le immunità, il caso approderà a Palazzo Madama
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Sarà sentito martedì prossimo dalla giunta per le immunità, il senatore Marco Siclari. Sull’esponente di Forza Italia pende una richiesta di arresto da parte della Dda di Reggio Calabria che ha chiesto per lui la misura degli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Eyphemos”, portata a termine nei mesi scorsi e che aveva condotto all’arresto anche del consigliere regionale Domenico Creazzo. Nei riguardi di Siclari, il reato contestato è di scambio elettorale politico-mafioso.
Siclari e il clan Alvaro
Secondo i magistrati, anche Siclari alle politiche del 2018 avrebbe beneficiato dei servigi del clan Alvaro di Sant’Eufemia, ottenendo in cambio una straordinaria affermazione elettorale. Un accordo – dice l’inchiesta – che per Siclari avrebbe cercato il professionista Giuseppe Antonio Galletta, iniziale trait d’union fra il mandatario elettorale degli Alvaro, Domenico Laurendi, e il politico, sia nella fase in cui l’appoggio elettorale sarebbe stato negoziato, sia nella successiva, quando il clan ha iniziato a battere cassa. Le richieste? Assunzioni, posti di lavoro e persino il trasferimento di una dipendente di Poste italiane, parente di un affiliato, impiegata al Nord e desiderosa di tornare “a casa”. Cosa effettivamente avvenuta – hanno dimostrato inquirenti e investigatori – con tanto di posto di lavoro creato ad hoc.
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L’audizione in commissione
Accuse a cui Siclari ha deciso di replicare immediatamente attraverso un lungo post su Facebook e poi dichiarandosi disponibile a farsi audire in commissione. Sarà in quella sede che ci sarà l’opportunità di chiarire ciò che l’inchiesta ha messo in luce. All’interno della stessa giunta, come riporta oggi Gazzetta del Sud, ci sono posizioni diverse: dl senatore Malan dell’Udc che aveva rimarcato come «dall’esame del fascicolo trasmesso dall’autorità giudiziaria non emerge alcuna evidenza e alcun indizio circa la promessa del senatore Siclari a Laurendi», per arrivare agli esponenti del Movimento 5 Stelle che, invece, avevano sottolineato come «non capita a tutti di avere un captatore nel telefonino e di rimuoverlo, come non capita a tutti di attivarsi per un trasferimento senza che ci sia una sede vacante».
A seguito della sospensione dei lavori per l’emergenza coronavirus, dunque, l’iter ora dovrebbe procedere in maniera più spedita. Dopo il voto segreto da parte della giunta, il caso approderà a Palazzo Madama, dove vi sarà la votazione. Quello sarà un nuovo banco di prova per il senatore azzurro che potrà parlare ai colleghi senatori. A quel punto ci sarà la votazione che deciderà il destino giudiziario (e in parte anche politico) di Marco Siclari.