VIDEO | Mancano linee guida precise e così c’è chi non fa toccare la merce e chi invoca il diritto di non igienizzare i capi fatti provare
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Dopo più di due mesi di saracinesche abbassate riprendono a vivere tutte le attività commerciali. Due mesi di perdite economiche importanti, impastate con la paura del Coronavirus, con numeri vertiginosi a raccontare una tragedia che fortunatamente la Calabria ha subito in minima parte. I piccoli imprenditori sono pronti a ripartire, ma mancano linee guida precise e dettagliate.
Quel "vuoto" sui capi da igienizzare o meno
Tutti i locali hanno fatto la sanificazione degli spazi e la maggior parte pretendono l’obbligatorietà di mascherina e guanti per entrare. I dispenser con gli igienizzanti all’ingresso delle attività sono prassi, molti offrono anche i guanti monouso a chi non dovesse averli, ma sono tante poi le incongruenze in mancanza di norme precise. Capita così che ci siano negozi di casalinghi che non permettono di toccare direttamente la merce per ridurre al minimo il contatto e negozi di abbigliamento che fanno toccare e misurare i capi. Ma non solo, la merce provata e non acquistata, ci spiegano, non deve essere obbligatoriamente igienizzata, sta al commerciante decidere come comportarsi.
In molti casi a impartire le direttive sono le grandi catene che forniscono ai franchising dei veri e propri regolamenti ai quali attenersi. I commercianti chiedono ai cittadini di non acquistare più su internet e di aiutare l’economica locale, ma invocano anche aiuti dallo Stato che fino ad ora, ci dicono, «non ha capito che lavoro facciamo» e «ci ha dato meno del reddito di cittadinanza». La maggior parte degli esercizi commerciali ha lanciato promozioni e sconti per recuperare il filo interrotto con la clientela. Una clientela che già inizia ad arrivare nonostante il primo giorno di riaperture e il lunedì mattina.