Rilascio di carte d’identità a stranieri privi di requisiti attraverso false attestazioni. Una nuova tegola si abbatte su Riace. La Procura di Locri ha infatti notificato altri tre avvisi di garanzia nell’ambito dell’indagine Xenia, l’inchiesta che ha travolto i progetti di accoglienza e rinviato a giudizio l’ex sindaco Mimmo Lucano, attualmente sospeso, insieme ad altre 26 persone. Tra gli indagati del nuovo filone spicca il nome di Maria Spanò, candidata a sindaco alle elezioni comunali del prossimo 26 maggio nella lista a trazione “lucanista”. La sua posizione era stata stralciata nel corso dell’udienza preliminare una volta accertato, su richiesta del suo legale, un difetto di notifica. Gli atti dunque sono tornati al pm Michele Permunian che nei giorni scorso ha emesso un nuovo avviso di conclusione indagini.


L’ipotesi di reato per Spanò, già assessore comunale nella giunta Lucano, è falso ideologico in concorso con l’ex primo cittadino «perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in qualità di pubblici ufficiali, rilasciavano carte d’identità a soggetti stranieri privi dei previsti requisiti, attestando falsamente che fossero residenti a Riace e muniti del permesso di soggiorno». Gli altri due indagati, Annamaria Maiolo e Valentina Micelotta, sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa e peculato, in concorso con altri soggetti già rinviati a giudizio lo scorso aprile. Nei prossimi  giorni gli indagati saranno sottoposti ad interrogatorio.