Al processo “Xenia” la relazione della Prefettura redatta nel 2017 sul Cas. «Lucano, un uomo che ha dedicato tutta la sua vita all’accoglienza, combattendo battaglie personali e raccogliendo riconoscimenti internazionali di assoluto prestigio»
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«Esempio distintivo di buone pratiche di accoglienza, studiato in tutto il mondo». È uno dei passaggi della relazione redatta nel febbraio 2017 da quattro funzionari della Prefettura di Reggio Calabria in seguito ad una visita ispettiva a Riace. Il rapporto è stato acquisito, su richiesta della difesa, al fascicolo del dibattimento nel corso dell’ultima udienza del processo che vede alla sbarra l’ex sindaco Mimmo Lucano, accusato insieme ad altri 25 imputati di associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione ai progetti di accoglienza. Tra questi c’è il Cas che riguarda il primo livello di ospitalità offerto agli immigrati.
La relazione, composta da 8 pagine, inizia dalla scuola («Un tripudio di razze, idiomi e treccine tra i banchi – si legge – Sono lì tutti insieme, provenienti da tutte le parti del mondo»), passa per le case del borgo («Pulite, ordinate e venate dalla mescolanza di uomini e donne, dove ci sono solo ospiti del Cas e non dello Sprar») fino alle botteghe («L’inventiva legata alla tradizione, l’idea di recuperare spazi per lavorare e sfamare persone. Si lavora il legno, il vetro, la lana e i tessuti»).
Uno scenario da libro Cuore insomma, raccontato con tono poco burocratico per trasmettere uno spaccato della vita quotidiana nel paese dell’accoglienza e sottolineando l’impegno profuso da Lucano. «Un uomo – è scritto – che ha dedicato tutta la sua vita all’accoglienza, combattendo battaglie personali e raccogliendo riconoscimenti internazionali di assoluto prestigio. Vive in una realtà ricostruita, che non appartiene alla storia del paese ma che ha realizzato mattone su mattone, con fatica e impegno. Il sindaco ha sempre fornito un’importante collaborazione a questa Prefettura, assicurando l’ospitalità che molti altri centri della provincia avevano negato». E poi ancora: «La circostanza che i pagamenti per il sistema Riace siano stati bloccati da circa un anno ha comportato difficoltà considerevoli per chi ancora oggi permette che lo stesso sistema possa proseguire».