L'uomo difeso dall'avvocato Antonio Lomonaco era accusato di aver fatto parte di due associazioni mafiose. Ma il legale ha dimostrato l'inattualità della pericolosità sociale
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Niente misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza a carico di Antonio Donato, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco. Il Tribunale di Catanzaro ha difatti rigettato la richiesta della Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro tesa a verificare la persistenza della pericolosità sociale al fine di riattivare la sorveglianza speciale sospesa per diversi anni a seguito dell’intervenuta carcerazione dell’interessato.
A fondamento della originaria decisione di applicare la sorveglianza speciale veniva evidenziato il curriculum criminale costellato da una pluralità di denunce e condanne definitive subite, nonché la comprovata partecipazione a ben due associazioni mafiose, nella specie alla cosca dei Gaglianesi e a quella dei Giampà, in seno alla quale ha svolto il ruolo di stabile rifornitore di automobili e motocicli, poi utilizzati dalla cosca per il compimento di azioni omicidiarie e delittuose in Lamezia Terme.
Nelle more dell’udienza fissata per la trattazione della proposta, l’avvocato Antonio Lomonaco ha, di contro, evidenziato il difetto del requisito dell'attualità della pericolosità sociale. In particolare, ha rappresentato il difensore che l'ultimo procedimento penale a carico del proposto é risalente e che in detto procedimento è intervenuta un'attenuazione delle originarie contestazioni accusatorie.
A riprova di ciò, la difesa ha prodotto una serie di documenti che danno prova dell’alleggerimento delle originarie contestazioni riguardanti una presunta nuova associazione a delinquere dedita al narcotraffico, il cui processo peraltro é ancora in corso, ed ha quindi concluso chiedendo la revoca del provvedimento. La documentazione é stata ritenuta decisiva dal Tribunale, giacché in accoglimento della richiesta della difesa, ha stabilito come «sia venuta meno la pericolosità sociale di Antonio Donato e, conseguentemente, debba essere revocato il decreto di prevenzione di cui in premessa».