Sullo sfondo l'omicidio del penalista lametino Francesco Pagliuso. Larussa e Pallone rispondono di violenza privata e favoreggiamento
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Tre anni per Antonio Larussa e un anno per Tullia Pallone. Sono queste le richieste di pena avanzate questa mattina dal sostituto procuratore Elio Romano nell'udienza con rito abbreviato che si è svolta dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro, Isabella Ciriaco.
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I due avvocati lametini sono accusati di aver favorito la latitanza di Daniele Scalise e di violenza privata ai danni dell'avvocato penalista Francesco Pagliuso.
Le richieste del pm
Il pubblico ministero Elio Romano ha chiesto per Antonio Larussa una condanna a tre anni di reclusione e per Tullia Pallone ad un anno.
Entrambi gli avvocati di Lamezia Terme sono finiti in uno stralcio dell'inchiesta Reventinum, istruita dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro il clan Scalise.
Attraverso l'indagine gli inquirenti erano riusciti a fare luce sull'omicidio dell'avvocato penalista di Lamezia Terme, Francesco Pagliuso, freddato a colpi d'arma da fuoco davanti la sua abitazione.
Mandanti di quell'omicidio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero Giuseppe e Luciano Scalise, ritenuti ai vertici dell'omonima cosca e accusati anche di associazione mafiosa.
Esecutore materiale, invece, sarebbe Marco Gallo, il killer a pagamento anche lui accusato di associazione mafiosa per aver favorito la cosca Scalise.
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Parti civili
In tutti i procedimenti aperti si sono costituiti parte civile i familiari dell'avvocato Francesco Pagliuso e i Comuni di Soveria Mannelli, Decollatura, Serrastretta, Lamezia Terme, Platania, l'associazione Lamezia Antiracket e la Camera Penale di Lamezia Terme.
Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Nunzio Raimondi, Bonaventura Candido, Salvatore Staiano, Francesco Gambardella e Giuseppe Spinetti.
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