Dal Comune di Rende è giunto nelle redazioni un comunicato di solidarietà a firma del sindaco e degli assessori, a sostegno della collega Rai Erika Crispo, duramente minacciata al telefono, dal responsabile tecnico della Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 Antonio Vivacqua.

Cinque righe

Si tratta di una dichiarazione scarna, di appena cinque righe, senza firme e senza carta intestata, diffusa a scoppio ritardato, perché proprio non se ne poteva fare a meno, visto che persino le pietre nelle ultime ore, si sono sentire in dovere di condannare l'episodio.

Il testo del comunicato

«La telefonata basata su minacce ed espressioni altamente lesive della dignità della persona intercorsa tra il tecnico del Parco Acquatico Tonino Vivacqua e la giornalista Rai Erika Crispo costituisce, indubbiamente, un fatto di una gravità inaudita. Esprimiamo solidarietà nei confronti della giornalista e, nel contempo, censuriamo fortemente il contenuto nella predetta conversazione ribadendo di avere sempre stigmatizzato comportamenti di tale livello».

Qualcosa di inascoltabile

A ruota è arrivato un comunicato anche da parte della presidenza del Consiglio comunale, dello stesso, misero tenore: «Gaetano Morrone e tutti i consiglieri di maggioranza del Comune di Rende - si legge nella nota - esprimono la loro solidarietà per quanto è accaduto alla giornalista della Rai Erika Crispo. L’audio telefonico delle minacce del responsabile tecnico del Parco Acquatico Tonino Vivacqua alla giornalista Rai, dopo il servizio televisivo sul parco acquatico, è qualcosa di inascoltabile. Prendiamo le distanze da questo comportamento volgare e violento».

Dopo la condanna cosa succederà?

Il Comune condanna l'episodio dopo aver taciuto per mesi di fronte alle denunce pubbliche di malagestione della struttura. Ma, di fatto, continua a rimanere inerme. Non ha controllato prima, non sta controllando adesso, non dice se controllerà domani per accertare il rispetto, all'interno del parco, di tutte le norme, quelle di sicurezza e quelle relative alle assunzioni dei collaboratori.

Chi comanda nel Parco

Quest'ultimo episodio conferma il ruolo chiave di Antonio Vivacqua nella società: sulla carta è un dipendente, di fatto si comporta alla stregua del titolare, tanto che lo stesso Marcello Manna gli attribuisce questa funzione. L'amministratore Enzo Spanarelli è dunque una testa di legno? Ed i toni minacciosi utilizzati per mettere a tacere la giornalista sono gli stessi con cui ha convinto diversi dipendenti non pagati a rinunciare alle loro spettanze?

Poca trasparenza

Certo, questo affidamento non brilla per la trasparenza delle procedure seguite. Poco chiaro anche il coinvolgimento di Conedil, espressione della società cooperativa Consorzio Edili Federimpresa, diretta emanazione di Confartigianato Imprese Cosenza. Offrendo il pagamento di un canone mensile da 12mila euro ha ottenuto l'affidamento in concessione dal Comune di Rende poi trasferito alla Parco Acquatico.

L'escamotage a norma di legge

Tutto regolare ma, a voler pensare male, sembra quasi che l'intervento del Conedil sia servito soltanto a far transitare la gestione della struttura nelle mani di una società che, diversamente, non avrebbe avuto i requisiti per poter partecipare al bando. Insomma, un escamotage per poter consegnare, prima delle elezioni aministrative, le chiavi del centro nelle mani di Vivacqua il quale, altrimenti, il cosiddetto mare di Rende, avrebbe potuto vederlo soltanto con il cannocchiale.