Della vicenda ci eravamo occupati l’11 luglio scorso. Che a vincere il concorso interno sarebbe stata l’ex direttrice del Museo del Presente si vociferava da un pezzo. Mentre sulla Tirrenica cosentina, nella provincia catanzarese o reggina, i sindaci e i dirigenti comunali finiscono dentro per molto meno. Nel comune della provincia cosentina, invece, aleggia l’arroganza dell’impunità
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E alla fine il sindaco di Rende Marcello Manna e il suo fido “scudiero” Antonio Infantino, il concorso costruito su misura per un posto di dirigente extra dotazione organica lo hanno concretizzato. Prima dell’espletamento del concorso tutti sussurravano che il concorso(?) era finalizzato all’assunzione della d.ssa Roberta Vercillo. Detto fatto. Con il decreto 103, il sindaco di Rende Marcello Manna, ha proceduto a nominare la “vincitrice” della selezione dirigente dell’unità di Progetto “organizzazione e regolamentazione” e anche ad interim la direzione del settore “risorse umane – affari generali” e “Servizi al cittadino”.
Della vicenda ci eravamo occupati nel pezzo titolato “Le alchimie del Comune di Rende: costruito un concorso irregolare e su misura?” l’11 luglio scorso. Tra i tanti rilievi che facevamo nel corsivo sulla vicenda, alcune, presunte violazioni della normativa e la circostanza, a dir poco anomala, che nell’avviso pubblico bandito dal Comune di Rende, venisse rimarcata la suddetta dicitura: “per la particolarità dell’incarico da affidare sarà tenuto in particolare considerazione il possesso dei titoli post universitari“. Un’anomalia, infatti, il requisito della laurea specifica, non individuata nel bando, in violazione tra l’altro dall’art. 9 del Regolamento comunale sulle modalità di assunzione degli impieghi, veniva, per come concepito nel bando in questione, superata con un mero titolo post universitario. Ci rivelammo facili profeti, avevamo anticipato che il concorso sarebbe stato vinto dalla d.ssa Vercillo. Mai come in questo caso il vox populi è stato confermato dai fatti. Insomma una delle tante alchimie di quello che a Rende può benissimo definirsi come il “dirigente dei dirigenti”: Antonio Infantino. La coppia Manna/Infantino, evidentemente può. Si può! Travolgere le norme, per esempio, oppure sbeffeggiare direttive dell’Anac sugli appalti, giocare sui regolamenti. Le “coperture” potrebbero essere potenti. Così, mentre sulla Tirrenica cosentina, nella provincia catanzarese o reggina, i sindaci e i dirigenti comunali finiscono dentro per molto meno.
A Rende, invece, aleggia l’arroganza dell’impunità! Il grande “Architetto” protegge i suoi fratelli o i figli dei fratelli. Ma questa è un’altra storia.
Pablo
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