Presentata da Montuoro la norma che regola le strutture della Giunta. Un modo per superare le illegittimità rilevate dal Tribunale di Catanzaro. Previsti emolumento unico e aspettativa per i dipendenti pubblici. Ecco quanto guadagneranno i collaboratori (ASCOLTA L'AUDIO)
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Toglietele tutto (alla politica), ma non i collaboratori. Pochi giorni fa, in Consiglio regionale, è stata depositata la “salva-portaborse”, una proposta di legge che mira a tenere in vita le strutture nelle quali operano gli assistenti del presidente e degli assessori della Regione Calabria.
Una norma che i tecnici della Cittadella hanno elaborato per tentare di superare le irregolarità già riscontrate dalla magistratura ordinaria.
La sentenza
Una sentenza del Tribunale di Catanzaro del 2017, poi confermata in appello nel 2020, nei mesi scorsi ha spinto la Regione Calabria ad azzerare le cosiddette strutture tecniche di supporto ai vari dipartimenti della Cittadella. Questo perché, secondo i giudici, le indennità percepite dai componenti degli staff della Regione erano illegittimi, in quanto non previste dalla contrattazione collettiva nazionale. Un bel guaio per l’amministrazione guidata dal governatore Roberto Occhiuto, sia perché il Tribunale aveva chiesto il recupero delle somme già corrisposte, sia perché la pronuncia aveva attivato la Corte dei conti per la verifica di possibili danni erariali.
Il nuovo regolamento
In Regione non si era perso tempo. Infatti il 30 maggio scorso era stato approvato il nuovo regolamento degli uffici, poi entrato in vigore l’1 luglio. Un ritocco all’organizzazione burocratica che aveva azzerato le strutture tecniche, ma solo quelle che collaboravano con i direttori generali. E così i dipendenti di fascia B, C e D si erano dovuti accontentare degli stipendi tabellari, mentre per i funzionari erano state introdotte 83 “posizioni organizzative”, incarichi, previsti dal Contratto collettivo nazionale, per i quali sono richieste particolari competenze professionali e che assicurano indennità aggiuntive ai beneficiari.
Gli staff della Giunta erano stati invece mantenuti in vita senza alcuna modifica, malgrado le pronunce dei giudici.
La nuova legge
Continuare ad andare avanti come nulla fosse non era tuttavia possibile. Ed ecco la nuova proposta normativa, depositata il 25 ottobre, che porta la firma del presidente della commissione Bilancio di Palazzo Campanella, Antonio Montuoro (Fdi).
Il testo introduce modifiche alla legge 7 del ‘96, quella che ordina la struttura organizzativa della Giunta. Oltre all’introduzione della funzione di «responsabile amministrativo» per uno dei cinque componenti dell’ufficio di gabinetto, oggi guidato da Luciano Vigna, il testo prevede molti aggiustamenti. Il più importante è il «trattamento economico», lo stesso che aveva portato alle censure della magistratura, che viene sostituito dall’«emolumento unico», peraltro fissato secondo le regole del Contratto collettivo.
Altra novità rilevante: per poter assumere l’incarico, con contratto di diritto privato a termine, i collaboratori, se dipendenti di ruolo della Giunta, del Consiglio regionale, di altre pubbliche amministrazioni e delle istituzioni scolastiche, «devono essere collocati in aspettativa presso l’ente di appartenenza».
Quanto costeranno gli staff
Secondo i calcoli della Cittadella, ogni anno, fino al 2024, l’emolumento unico costerà alla Regione due milioni e 342mila euro. È la cifra che viene fuori sommando le retribuzioni di 8 responsabili amministrativi esterni (445mila euro), 8 segretari particolari (445mila), 16 componenti interni (un milione e 63mila) e 8 autisti (388mila).
Le modifiche, peraltro, dovrebbero realizzare un risparmio di circa 88mila euro rispetto alla spesa storica relativa ai collaboratori della Giunta.
Secondo quanto trapela da fonti della maggioranza, la nuova legge potrebbe essere approvata già nella prossima seduta del Consiglio regionale, che dovrebbe svolgersi nella prima decade di novembre. Non è escluso che, nelle settimane a venire, le nuove regole vengano estese, tramite un’altra proposta di legge ad hoc, anche alle strutture dei consiglieri regionali.