Chiude con un disavanzo di 87 milioni di euro l'esercizio finanziario 2019 della Regione Calabria. In miglioramento rispetto lo scorso anno (-99 milioni) ma trascinandosi ancora dietro le già note criticità. I dati sono stati riferiti questa mattina durante il giudizio di parificazione emesso dalla sezione controllo della Corte dei Conti. Il presidente, Vincenzo Lo Presti, è tornato a bacchettare la Regione sulla gestione dei conti. «L'ho già detto e non mi stancherò di ripeterlo: i debiti non vanno occultati tra le pieghe delle scritture contabili, come la polvere sotto il tappetto ma vanno al contrario evidenziati e tempestivamente saldati. Occore evitare che sulle spalle delle generazioni future gravino i debiti delle generazioni precedenti».

 

Crediti non più esigibili

In particolare, si tratta di crediti in molti casi non più esigibili che continuano ad essere imputati nei bilanci. I più vetusti sono riconducibili a crediti vantati nei confronti dei comuni per la fornitura del servizio idropotabile e per il servizio dei rifiuti. La Regione Calabria vanta ancora crediti per un valore di 312 milioni di euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti, di cui 47 milioni da Comuni in dissesto finanziario. Inoltre, vanta 266 milioni di euro per il servizio idrico nei confronti di Comuni che non risultano aver iscritto i relativi debiti nei propri bilanci. Il riferimento è alle amministrazioni di Cosenza e Reggio Calabria, che vantano un debito nei confronti della Regione rispettivamente di 19 milioni e di 65 milioni.

 

Por Calabria

Maglia nera poi la Calabria per lo stato di attuazione del programma comunitario 2014/2020: all'ultimo posto nel 2019 con una spesa certificata del 25%. Sebbene la Cittadella abbia a dicembre 2018 raggiunto gli obiettivi target intermedi che ha consentito lo sblocco delle riserve premiali del valore di 142 milioni di euro, tra le regioni italiane risulta all'ultimo posto. Pesa il ritardo registrato sull'ultimazione di alcune grandi opere, ad esempio, la metropolitana di superficie di Catanzaro, un parcheggio a servizio del palazzo di giustizia di Reggio Calabria e piazza Bilotti a Cosenza. 

 

Sanità

E, infine, il settore della sanità che continua a produrre debiti e disservizi. La sezione controllo della Corte dei Conti propone un paragone: nel 2009 il deficit sanitario ammontava a 262 milioni, diminuito a 104 milioni di euro dopo l'attribuzione delle coperture fiscali. Nel 2019 il disavanzo è di 225 milioni di euro, diminuito a 118 milioni dopo l'attribuzione dell ecoperture fiscali ma fisso a 160 milioni se si calcola il disavanzo proveniente dalla precedente annualità 2018. «Secondo il tavolo tecnico che monitora il piano di rientro, questo dato potrebbe ridursi a 98,013 milioni di euro tenendo conto del possibile stralcio di alcuni crediti oggetto di svalutazione» ha chiarito il giudice referendario Stefania Anna Dorigo.

 

Voragine

Una voragine finanziaria che si alimenta anno dopo anno, gravando sulle tasche dei contribuenti che non godono di servizi efficienti ma sono costretti a pagare l'aumento delle aliquote fiscali. Nel 2019 gli interessi moratori maturati per il mancato pagamento dei fornitori ammonta a 33 milioni di euro, a questi si aggiungono altri 12,6 milioni maturati per interessi passivi. «Le aziende sanitarie della Regione hanno pagato, per interessi e spese legali nell’esercizio 2018, la somma di oltre 23 milioni di euro, nell’esercizio 2019, la somma di oltre 32 milioni di euro. Appare evidente - ha chiarito il presidente - che, se i pagamenti fossero stati tempestivi, tali somme, complessivamente oltre 55 milioni di euro, avrebbero potuto, essere destinate a incrementare le prestazioni sanitarie piuttosto che, come avvenuto, a compensare i creditori, per il ritardo nel pagamento dei loro crediti».