Le attività di emersione del debito sanitario entreranno ufficialmente nel vivo a partire da novembre ed entro un mese – quindi a fine dicembre come garantito dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – la Cittadella dovrà certificare l’effettivo disavanzo.

Corsa contro il tempo

Solo un mese per far quadrare i conti di uno dei capitoli più scabrosi della sanità calabrese, quello economico appunto, con una storia costellata di bilanci mai approvati, fatture pagate due o tre volte, contenziosi infiniti che hanno determinato, trascinandosi nel corso degli anni, la lievitazione dei costi a carico dei bilanci aziendali per interessi legali e moratori.

Guazzabuglio contabile

Ed è proprio in questo guazzabuglio contabile che dovrà metter mano a breve la task force istituita in ciascuna delle nove azienda sanitarie e ospedaliere calabresi tirando fuori ogni fattura emessa da fornitori ed erogatori privati accreditati al servizio sanitario regionale. Proprio per allineare i dati – tra le pretese avanzate dai fornitori privati e ciò che effettivamente risulta negli uffici finanziari di ciascuna azienda – la Regione invierà il prossimo 28 settembre una lettera a tutti i fornitori privati per chiedere di esibire le fatture ancora pendenti o qualsiasi altro titolo di spesa o credito emesso fino al 30 agosto 2022 con l’obiettivo di far emergere il debito pregresso effettivamente in capo a ciascuna azienda.

A caccia di pec

I fornitori avranno un mese di tempo per rispondere alla lettera della Regione. E anche sulla scorta di quanto previsto dal decreto legge 146/2021, qualora i fornitori non forniscano riscontro entro il 31 dicembre 2022 il relativo credito si intenderà non più dovuto. Quindi entro il 28 ottobre si spera di poter avere tutta la documentazione utile al confronto dei dati. L’operazione si prospetta però tutt’altro che semplice, sono complessivamente 28mila i fornitori che operano in Calabria e che intrattengono rapporti commerciali con le aziende sanitarie e ospedaliere. Rintracciare tutte le società finora si è dimostrato una vera impresa.

La circolarizzazione del debito

La Regione ha infatti stipulato una convenzione con Infocamere per reperire i dati e i contatti di ciascun fornitore. Per ora, l’impresa è riuscita solo in parte dal momento che si è riusciti a rintracciare i dati di 21mila società. Si tratta degli indirizzi pec a cui trasmettere la lettera per l’avvio della circolarizzazione del debito pregresso ma che non tutti i fornitori hanno comunicato e che quindi non risultano nei database delle Camere di Commercio e dell’Agenzia delle Entrate.

L'incrocio dei dati

Probabilmente, adesso saranno le stesse aziende che dovranno mettersi sulle tracce degli indirizzi pec mancanti per arrivare alla fine di ottobre con le informazioni utili alla ricostruzione del debito pregresso. Poi a partire da novembre avrà inizio l’operazione di incrocio dei dati: quelli ottenuti dai fornitori e quelli in possesso delle aziende. Allo scopo, alla Regione si studia un sistema per velocizzare la procedura attraverso l’implementazione di un software dedicato che consentirebbe di accelerare i tempi di verifica e rispettare la deadline scandita dal presidente della Regione: 31 dicembre 2022.

L'occhio della Finanza

Tutta la documentazione trasmessa dai fornitori sarà analizzata e verificata dagli uffici del dipartimento Tutela della Salute con il supporto dell’advisor contabile, Kpmg, e sarà passata anche al setaccio dalla Guardia di Finanza, con cui la Regione ha stipulato un apposito protocollo d’intesa.