C’è un clan diviso dalla presenza di due fratelli che non accettano volentieri una convivenza forzata, dopo anni in cui il carcere aveva permesso loro di vivere una vita completamente diversa. Una frattura che si accentua quando arriva il momento di scegliere il candidato da sostenere alle elezioni regionali del 2014. E allora ecco la decisione: una parte vota per Pasquale Maria Tripodi; un’altra parte per Francesco Cannizzaro.

 

È questa la sintesi estrema di una corposa informativa dell’Arma dei carabinieri, depositata pochi giorni fa nel processo “Ultima spiaggia”, da parte dei sostituti procuratori Antonio De Bernardo e Antonella Crisafulli. Il clan in questione è quello dei Paviglianiti di San Lorenzo, area greco calabra della provincia reggina.

 

Le conversazioni che permettono di comprendere come si sviluppa l’appoggio elettorale, vengono captate all’interno dell’ufficio dell’imprenditore Rosario Azzarà. È qui che i militari apprendono come Angelo Paviglianiti appoggi Francesco Cannizzaro, candidato alle scorse elezioni regionali nella lista della “Casa delle libertà”, con Wanda Ferro presidente. Mentre Settimo Paviglianiti appoggia Pasquale Tripodi, candidato con Mario Oliverio presidente. Il primo, già assessore al Comune di Santo Stefano, consigliere provinciale con delega al Turismo ed allo Spettacolo, è stato da sempre un uomo assai vicino all’ex senatore Antonio Caridi, arrestato nell’operazione “Mamma santissima”. Risulterà eletto, a differenza di Tripodi.

 

Di Cannizzaro si parla in una conversazione del 21 novembre 2014. È il figlio di Angelo Paviglianiti, Natale David, ad avvicinare Azzarà chiedendo che egli possa appoggiare Cannizzaro.

Paviglianiti: «Sentitemi una cosa, per ...vi potete impegnato? Niente allora? Perché ne avevo parlato con un certo Cannizzaro, che è alla Provincia, lui! E si candida pure  alle regionali!...ha detto  “parla con il tuo principale  - mi ha detto - se vuole vengo e parlo pure  io”…lui è vicesindaco al comune... a Gambarie e suo padre  è sindaco al comune a Laganadi...ha detto “parliamo  se c'è qualcosa che lo posso aiutare - ha detto - non ci sono-problemi...gli ho detto io per la strada ... dice che c'è sua cugina nella Provincia... per il fatto delle strade ...gli ho detto “e vedete di sbloccarla con- gli ho detto- veramente venite là e vediamo»; 

Azzarà: «Sai che facciamo, facciamo votare a Pasquale  Tripodi?»;

Paviglianiti: «ma ormai  ho  preso  impegni,  ha  “sconsato”, è   una   brava   persona questa..»

Natale David Paviglianiti spiega al suo datore di lavoro che Francesco Cannizzaro ha preso contatti personalmente con suo padre Angelo, chiedendogli sostegno elettorale, ma che lui, per correttezza ed essendo dipendente di Azzarà, voterà Tripodi.

Paviglianiti: «No, vabbè, glielo dico io, e giustamente voi ...io lavoro qui con voi è giusto che aiuto a voi ed aiuto a quella persona perché il pane me lo state dando voi e non me lo sta dando (…)è giusto che se voi appoggiate qualcuno...»; 

Azzarà: «A te chi ti è venuto a trovarti, l'onorevole in persona oppure?».

Paviglianiti:«No, lui!». 

Azzarà: «e chi  è?»;  

Paviglianiti: «Cannizzaro  ...è anche lui nella Provincia ..di Gambarie è».  

Da un successivo colloquio fra Azzarà e tale Mangiola, verrà fuori come Settimo Paviglianiti abbia appoggiato Pasquale Tripodi.

Azzarà: «Anzi gli devi dire a tuo padre ...(batte la mano sulla scrivania) “questo è il mio candidato!” ...e quando viene qualcuno la prossima volta... quando viene qualcuno per domandarti qualche cosa, gli devi dire “mi dispiace...principale” ... "lo ti do da mangiare! Questo... questo qua...l'amico degli amici non ti ha dato da mangiare, uno o l'altra quando devi andare a votare...non uno.. Se sei obbligato”, “no - dice - io voto chi mi dite voi...”; 

Mangiola: «Ma loro appoggiano pure a loro…a Tripodi… appoggiano pure a Tripodi; 

Azzarà: «Ti sto dicendo per quel ragazzo…il figlio.. c’è per un altro? Nooo»; 

Mangiola: «Perché per suo padre… ma questi qua, Settimo, quest'altro…».

 

(cons. min.)