«È una gioia essere qua per questa occasione dove ricordiamo il mio caro Andrea». Ha gli occhi colmi di lacrime e la voce rotta dall’emozione Antonietta Caridi, madre di Andrea, poliziotto originario di Reggio Calabria, già direttore del servizio centrale di protezione del ministero dell’Interno, scomparso nel gennaio dello scorso anno. A suo figlio, alto funzionario di Polizia, la città di Reggio Calabria ha intitolato la via adiacente la questura cittadina. Un’intitolazione avvenuta alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli, in seguito ad raccolte di firme, registratasi anche in altre città d'Italia che testimoniano l’alto valore umano e professionale di un poliziotto, di un servitore dello Stato, che ha dato lustro alla città dello Stretto.

Nel ricordo di Andrea Caridi

Caridi ha infatti, vissuto appieno i valori della giustizia e della legalità coniugandoli con una particolare umanità che lo contraddistingueva, oltre ad essere stato fedele e coraggioso uomo delle Istituzioni. Ed è per questo che il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà e la commissione toponomastica, in considerazione delle doti di alta levatura morale, e al fine di promuoverne la memoria fra le nuove generazioni, hanno deciso di intitolare questa strada. «Per noi familiari- dice alla nostra testata la sorella Anna- è un onore essere qui e ringraziamo il Comune e la Polizia per questo riconoscimento. Ciò- ha continuato- ci aiuta a sopportare il dolore per la scomparsa del nostro caro e vedere il suo nome affisso in questo luogo, simbolo massimo per le Istituzioni, ci gratifica e ci rende orgogliosi. Troppo spesso- ha concluso la sorella- si parla male della nostra città, ecco avere una via intitolata alla sua memoria fa bene principalmente a Reggio e a tutti i cittadini».

Gabrielli torna a Reggio

A margine della cerimonia, svoltasi alla presenza della massime autorità civili, politiche, militari e religiose,  il prefetto Gabrielli oltre a rimarcare la figura del dirigente Caridi ha sottolineato come in Italia, con particolare attenzione alla Calabria, occorre  per un efficace contrasto al crimine organizzato  che il nuovo governo, targato Conte, sblocchi le assunzioni e garantisca le giuste risorse per la sicurezza dei cittadini. «Dal nuovo Esecutivo- ha affermato Gabrielli- mi aspetto che vengano reperite le risorse di cui il sistema di sicurezza nazionale, in qualche modo, ha bisogno. Che si aprano quanto prima le contrattazioni per il nuovo contratto di lavoro e si dotino delle risorse necessarie. Che si continui negli arruolamenti che sono iniziati a partire dai Governi Gentiloni e Conte Uno. Si  deve proseguire su questa strada - ha aggiunto - perché i guasti prodotti dal blocco del turn-over hanno fortemente anemizzato le nostre risorse e i nostri uffici. Queste sono le cose che, ovviamente, riguardano l'ambiente ed il mondo che io rappresento».

Gabrielli, il cui nome nei giorni scorsi era il pole position per guidare il Viminale, è intervenuto proprio sulla designazione di Luciana Lamorgese quale ministro dell’Interno. «Premesso che un funzionario dello Stato – ha dichiarato il capo della Polizia- non deve mai porsi nell'ottica di dover giudicare il proprio Ministro perché è il frutto di una democrazia, di meccanismi e di regole che non sono al vaglio del funzionario, nel caso di specie non posso non nascondere la mia personale soddisfazione perché conosco da tempo l'attuale Ministro, ne conosco le capacità professionali, ne conosco la conoscenza della “macchina”, e poi non ultimo che ha un ottimo rapporto con me».