VIDEO | La cerimonia di accoglienza a palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, alla presenza del sindaco Giuseppe Falcomatà e del prefetto Massimo Mariani
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La sala Monsignor Ferro di palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, ha ospitato la cerimonia di accoglienza del nuovo arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone, che ha incontrato e salutato le autorità civili, politiche e militari. A porgere i saluti della città il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, alla presenza del sindaco di Bova Santo Casile e del prefetto Massimo Mariani.
Costruttori di speranza
«Accogliamo con grande affetto il nostro nuovo arcivescovo, sicuri di tracciare anche con lui un percorso virtuoso di crescita. Reggio ha sempre avuto con la Chiesa un rapporto molto stretto, riconoscendo nella sua guida spirituale un riferimento solido per superare i momenti difficili come sono state le guerre, le carestie, i terremoti. Sentire parlare monsignor Fortunato Morrone di sogno e di visione ci rincuora. Reggio, pur con tutte le sue difficoltà, si appresta a vivere un momento di grande programmazione e sviluppo e questa sfida deve trovarci uniti, tutti appassionati costruttori di speranza», ha sottolineato il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
«Viviamo oggi un momento molto significativo. L'arrivo del nuovo arcivescovo, al quale come servitori dello Stato ci lega l'obiettivo del bene comune seppure perseguito con mezzi diversi, in questo frangente di ripresa dalla pandemia rappresenta un'occasione preziosa di unità e coesione. Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma questo momento di rinnovamento ci fa sicuramente bene», ha evidenziato il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.
La parola poi è passata al neoarcivescovo Fortunato Morrone che nel suo discorso ha più volte indicato nella capacità di sognare il viatico per costruire insieme e testimoniare la speranza, soprattutto in un territorio complesso e variegato come quello di riferimento dell’arcidiocesi che da oggi sarà chiamato a guidare.
Sogno e responsabilità
«Mi sento a casa - ha esordito il neoarcivescovo Morrone -. Ho ricevuto un'accoglienza molto affettuosa e calorosa. Le parole del sindaco e del prefetto mi hanno scaldato il cuore. Lavoreremo insieme per il bene comune. Sono consapevole di essere giunto in un territorio complesso, dal grande potenziale e dalle grandi energie. Se è vero, come dicono, che questa arcidiocesi è attenzionata per tanti motivi anche come Chiesa, allora diamoci da fare. Siamo orgogliosi di questo però dobbiamo esserne all'altezza. Sarebbe bello se la rinascita partisse proprio da qui, se dal fondo della Calabria si riuscissero a raggiungere gli estremi confini della stessa. Spingiamoci oltre, sogniamo. Qui non stiamo giocando, ci giochiamo la vita semmai e poi davanti al Signore dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità».
Attraverso la metafora della luce e delle ombre, ha infine rafforzato il suo auspicio di rinascita. «Noi guardiamo sempre l'ombra e non ci rendiamo conto che è proprio la luce a svelare le ombre e dunque la bellezza che ci circonda. Auguro a tutti una buona vita e una buona luce, affinché possiamo tutti farci condurre dalla luce che abita la vita di ogni persona, entrando nel profondo di noi stessi, attingendo forza e restando insieme. Da soli non andremmo da nessuna parte», ha concluso.