VIDEO | L'associazione antimafia ha consegnato i loghi da apporre all'interno delle loro attività. Alla cerimonia anche Tiberio Bentivoglio: «Lavorare onestamente uno degli schiaffi più forti che possiamo dare alla ‘ndrangheta»
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Sette nuove aziende di Reggio Calabria aderiscono alla campagna "Reggio-Libera Reggio". Si tratta di imprenditori che pubblicamente hanno scelto di dire “No al racket “ schierandosi in prima linea. Al Castello aragonese si è svolta la cerimonia in cui “Libera, nomi e numeri contro le mafie” ha consegnato i nuovi loghi da apporre all’interno delle proprie attività: una vetrofania come segno di libertà.
Si tratta di sette imprenditori attivi in vari settori come la vendita di auto, uno studio di registrazione e poi una casa editrice, una cooperativa di comunicazione, uno studio di ingegneria, ma anche un panificio che è un ristorante e bed and breakfast. Da Reggio quindi parte un messaggio imporntate per l’intera provincia, ma anche per l'intera regione, da anni vessata dalla piaga del “pizzo” che però, deve essere compreso soprattutto da chi ancora non ha il coraggio di denunciare.
Uno degli interventi più emozionati della cerimonia è stato quello di Tiberio Bentivoglio, commerciante che insieme alla moglie Elsa, ha denunciato i suoi estorsori e ha avuto in gestione un bene confiscato alla mafia. «Questo- ha dichiarato- è uno degli schiaffi più forti che noi tutti possiamo dare alla ‘ndrangheta ossia andare a lavorare onestamente dove loro invece, commettevano reati. Per fare questo, però occorre-ha concluso Bentivoglio-insistere con amministrazioni e le Istituzioni tutte devono aiutarci». All’interno della rete reggina dell’associazione antimafia, creata da Don Luigi Ciotti, ci sono ben 62 realtà imprenditoriali: una vera e propria economia della resistenza. “Come sostenerle?”, si chiedono i soci di Libera Reggio Calabria. La risposta è semplice, ma non scontata. Per sostenerle infatti, basta solo fornirsi dei loro servizi perché scegliendoli tutti si schierano dalla parte della legalità.