Le attività economiche interessate attive nel settore delle scommesse e lotterie nell'ultimo biennio hanno conseguito volumi d'affari per oltre 15 milioni di euro (ASCOLTA L'AUDIO)
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È Antonio Pronestì detto "Antonello", di 59 anni, l'imprenditore, operante nel Comasco, al quale la Direzione investigativa antimafia di Milano ha sequestrato i beni su disposizione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Procura guidata da Giovanni Bombardieri.
Il sequestro comprende anche quote azionarie di otto società informatiche con sedi legali in Milano, Roma e Canton Ticino (CH) attive nel campo del settore delle scommesse e lotterie. Le società interessate risultano capitalizzate complessivamente per oltre 6 milioni di euro e nell'ultimo biennio hanno conseguito volumi d'affari per oltre 15 milioni. La misura cautelare giunge all'esito indagini delegate al Centro Operativo Dia di Milano dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti dell'intero nucleo familiare dell'uomo.
Quest'ultimo è stato ritenuto socialmente pericoloso sulla base di un "curriculum criminale" ultratrentennale, iniziato nel 1988, durante il quale, oltre a riportare numerose condanne per reati associazione per delinquere, ricettazione, rapine e furti anche di auto di lusso, è risultato gravemente indiziato di appartenere a una cosca mafiosa di matrice 'ndranghetista.
Coinvolto nell'inchiesta "Alchemia", nel luglio 2020 Pronesti è stato assolto in primo grado dal Tribunale di Palmi al termine del processo che si è celebrato con il rito ordinario. Era accusato di aver fatto parte della cosca Raso-Gullace-Albanese e avrebbe avuto il ruolo di «favorire - è scritto nel capo di imputazione - le attività imprenditoriali del sodalizio criminale». Secondo la Dda, infatti, sarebbe stato «a completa disposizione degli interessi della cosca». Residente a Vercurago, in provincia di Lecco, Pronestì è in «rapporti di parentela con Girolamo Raso 'Mommo', detto anche 'il professore'».