VIDEO | La storia è quella del ponte sul torrente Calopinace che avrebbe dovuto già collegare la parte terminale del lungomare con il Parco lineare Sud. I lavori erano stati aggiudicati nel 2020
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Quando la situazione è in un irragionevole stallo senza soluzione, restano l’ironia amara e le decisioni radicali. Ed è infatti radicale la decisione del Comune che ha avviato la procedura di rescissione in danno a carico dell'impresa Torchia, incaricata della realizzazione del ponte sul Calopinace.
Avrebbe già dovuto campeggiare sulla foce del torrente Calopinace, nella zona sud di Reggio Calabria. Invece a distanza di quattro anni, un’infrastruttura lunga soltanto trenta metri ancora non è stata completata.
La storia di questo ponticello, che avrebbe dovuto già collegare la parte terminale dell’attuale lungomare con il parco lineare Sud a Reggio Calabria, i cui lavori arrivano ad essere aggiudicati nel 2020 con un progetto già approvato nel 2016, è purtroppo paradigmatica. Essa rammenta la lentezza con cui molte delle opere pubbliche (non) vengono realizzate alle nostre latitudini, restando delle eterne incompiute.
A dispetto di annunci e promesse, dopo il singolare rebus mai pienamente chiarito alla cittadinanza circa le misure errate, dopo il recente accordo sottoscritto con tanto di cronoprogramma dall’amministrazione comunale e dalla ditta di costruzione, i lavori non sono ancora ripresi. E, con ogni probabilità, ormai non riprenderanno con la ditta Torchia. L’amministrazione comunale ha avviato la procedura di rescissione del contratto in danno a carico della ditta aggiudicataria.
L’appaltatore non ha, infatti, onorato gli impegni sottoscritti, negando altresì ogni contatto con il direttore dei Lavori, il responsabile del procedimento e con l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Francesco Costantino.
«L’amarezza per l’epilogo della vicenda - afferma l'assessore Costantino - non potrà essere ripagata da nessun riconoscimento per i danni subiti, non solo in termini finanziari, dal Comune di Reggio Calabria e si impone una riflessione sulla opportunità di consentire a taluni imprenditori di continuare a operare sul mercato anche quando i loro comportamenti, soprattutto sul piano deontologico, scadono al livello di quello dell’imprenditore titolare del contratto per la realizzazione del ponte sul Calopinace».
La decisione
Stante la perdurante stasi del cantiere, nonostante gli impegni assunti dalla ditta nei mesi scorsi, l’amministrazione comunale ha dovuto valutare ogni ipotesi utile per uscire dallo stallo, compresa l’interruzione del rapporto con la ditta incaricata che poi è risultata l'unica utile da percorrere, arrivati a questo punto.
Oltre quattro anni per un ponticello di 30 metri, largo 12 metri, posizionato a circa 2 metri dal letto del torrente Calopinace, con doppia corsia carrabile, per consentire il passaggio dei veicoli nel doppio senso di marcia, di una corsia ciclabile e di due marciapiedi pedonali. Una infrastruttura che avrebbe dovuto essere consegnata quattro anni fa dopo 120 giorni di lavori. Invece sul letto del torrente, nel frattempo ripulito e adesso già ripopolato dai canneti, nessun ponticello e ai suoi lati le sole strutture in cemento a testimoniare ormai l’incompiuta. L’area di cantiere è abbandonata e, dunque, per il Comune è arrivato, finalmente, il momento di superare in ogni modo definitivo l’impasse.
La modifica della fonte di finanziamento, il saldo dell'anticipazione e di altre due fatture alla ditta e la sottoscrizione di un documento per riattivare il cantiere avevano riacceso nei mesi scorsi le speranze in uno stallo superabile. Invece, ancora speranze disattese, questa volta anche in capo all’amministrazione che adesso ha assunto la decisione radicale ma necessaria per sbloccare la situazione.
«Dopo che nessun riscontro è stato dato dall’appaltatore ad un nuovo ordine di servizio emesso dal direttore dei Lavori nel mese di luglio scorso, con il quale veniva ordinata l’immediata consegna della documentazione comprovante gli ordinativi delle strutture prefabbricate da porre in opera per completare i lavori contrattuali, non restava altra via che avviare la procedura di rescissione contrattuale a seguito della quale l’appaltatore dovrà rendere conto in ogni sede delle proprie inadempienze». È quanto si legge in una nota diffusa da palazzo San Giorgio.
La provocazione
Una fermezza che il comitato dei residenti nel quartiere Ferrovieri Pescatori di Reggio, invocava invano da tempo. Nelle scorse settimane, dopo una riunione straordinaria, anche il gesto plateale e provocatorio di “festeggiare” il 4 compleanno del ponticello che non c’è. Nei giorni scorsi una nuova richiesta di accesso agli atti, lo scorso anno ignorata, con il diretto coinvolgimento di Antonia Criaco, segretaria generale del Comune di Reggio Calabria che ha direttamente investito il settore Lavori Pubblici del Comune.
«Un ponte che è diventato emblematico di incompiutezza e mistero. Tanti sono i perché che rimangono senza risposta. E intanto il tempo passa e, per dirla a modo reggino, a cira squagghia e u santu non camina. Oggi inizia il quinto anno. Riusciranno i nostri eroi a completare l’opera? Ai posteri l’ardua sentenza. O forse dovremmo anche noi consultare l’oracolo di Delfi come fecero i Calcidesi». E questa è l'amara ironia dei residenti che da anni sentono dall’amministrazione comunale solo proclami e promesse.
L'aggiudicazione dei lavori del 2020 e i ritardi
Nel 2016 la giunta aveva approvato il progetto esecutivo afferente l’intervento denominato “Realizzazione di un ponte in cemento armato nel tratto antistante la foce del torrente Calopinace” per l’importo complessivo iniziale di 450 mila euro, finanziato con le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2007/2013.
L’aggiudicazione nel 2020 andò a favore dell’impresa Torchia Cataldo, che presentò un ribasso pari al 32,850% per l’importo netto di oltre 241mila euro. Importo che aveva subito un incremento per l’approvvigionamento di materiali resosi necessario per riattivare il cantiere.
L’accordo sottoscritto e disatteso
La modifica della fonte di finanziamento e la sottoscrizione di un documento per riattivare il cantiere ormai fermo da mesi: ecco come l’amministrazione comunale di Reggio Calabria si proponeva di sbloccare il completamento del ponte sul torrente Calopinace.
Il documento sottoscritto nei mesi scorsi superava le difficoltà che impedivano il regolare andamento dell’appalto. «Essendo già state realizzate le spalle fondate sui pali che sostengono l’impalcato, l’impresa si è adesso impegnata ad avviare gli ordinativi per gli appoggi sismici delle travi e per le stesse travi. Si tratta di strutture prefabbricate che prevedono tempi tecnici di esecuzione e consegna di circa 60 giorni dall’ordine. A valle della consegna si procederà al montaggio in cantiere e, finalmente, al completamento dell’opera appaltata». Così l’assessore ai Lavori Pubblici del comune di Reggio Calabria, Franco Costantino, illustrava con fiducia la situazione lo scorso marzo.
Nuova fonte di finanziamento
Della traslazione dell’opera dal Fondo di Sviluppo e Coesione al Pon 2014/2020, si leggeva nella determina del Settore Lavori Pubblici risalente allo scorso febbraio. Essa disponeva i pagamenti sospesi con la ditta affidataria dei lavori.
C’era da saldare l’anticipazione, che prima della modifica della fonte di finanziamento era stata pagata soltanto nella misura di 23mila euro su un totale di quasi 60mila euro, e c’erano da saldare le due fatture emesse all’inizio di quest’anno per un totale di oltre 90mila euro.
Liquidato quanto dovuto fino al momento, si sarebbe dovuto poi procedere con l’approvvigionamento del materiale, in base anche al nuovo accordo. Solo dopo i lavori sarebbero ripresi e sarebbero stati completati. Nulla di tutto questo è avvenuto.
Oggi, il Comune ha avviato la rescissione in danno del contratto. Si studiano ora soluzioni per una ripresa effettiva, ancora in corso di definizione.