VIDEO | Sessanta progetti per 6 miliardi da destinare agli atenei. Il 40% andrà al Mezzogiorno, ma servono progetti competitivi e sostenibili a lungo termine
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«I fondi del Pnrr andranno a bando con un meccanismo competitivo in cui è prevista, e stiamo lavorando per assicurarla, una importante partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, affinché i giovani possano restare a studiare e trovare lavoro al Sud. Non vedo deficit in Calabria rispetto ad altre regioni del Paese».
Così la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, che presso la residenza universitaria di via Roma di Reggio Calabria ha incontrato undici rettori del Mezzogiorno, ha rassicurato circa i bandi, occasione di partecipazione e non di esclusione delle regioni del Sud, supportate in ogni modo al fine di concorrere e valorizzare l’opportunità del Pnrr.
«Anche per mie esperienze precedenti, so che in questa regione ci sono delle specificità in campo scientifico e tecnologico di notevole spessore e rilievo. Quindi i contenuti per competere e accedere alle risorse del Pnrr ci sono certamente.
Dal punto di vista della forma, al fine di assicurare una risposta piena e corretta, daremo tutto l’aiuto possibile con personale tecnico-amministrativo adeguato. Attenzione massima a garantire la partecipazione», ha sottolineato ancora la Ministra.
I rettori del Mezzogiorno presenti
Con i calabresi Santo Marcello Zimbone (Reggio Calabria), Giovambattista De Sarro (Cosenza) e Nicola Leone (Catanzaro), presenti anche Salvatore Cuzzocrea (Messina), Francesco Adornato (Macerata), Pierpaolo Limone (Foggia), Lupertino (Bari), Ignazio Marcello Mancini (Basilicata), Massimo Midiri (Palermo), Giovanni Francesco Nicoletti (Vanvitelli Campania), Francesco Priolo (Catania).
Una conferenza stampa introdotta dal rettore dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, Santo Marcello Zimbone, seduto al tavolo con il rettore di Messina, Salvatore Cuzzocrea, e con quello di Macerata, Francesco Adornato, rispettivamente anche vicepresidente e segretario generale della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), ha preceduto la riunione tra i rettori e la Ministra.
Sei miliardi di Pnrr con il 40% al Sud, i fondi più urgenti
Un’occasione preziosa di messa a punto di quel network interregionale che certamente potrebbe rappresentare un punto di forza per partecipare «ai 60 bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tra dicembre 2021 e marzo 2022 saranno pubblicati sul sito del Ministero», ha spiegato la ministra Messa. Punto di forza per sviluppare il quale nel Mezzogiorno, il Governo vuole evidentemente spendersi al fine di garantire una partecipazione delle regioni del Sud.
«Ci stiamo lavorando, tutti i rettori e gli enti di ricerca stanno facendo rete per non disperdere questa opportunità ed essere pronti e competitivi. Credo sia necessario uno scatto degli atenei del Mezzogiorno e credo che i fondi, che oggi ci sono, potranno far rinascere la collaborazione tra le Università e dare concretezza a quello che in fondo è un sistema da rendere funzionale in ogni sua parte, deponendo concorrenze e disaccordi. Sono qui per affiancare gli atenei nel creare questa rete. Alle università del Sud sarà destinato il 40% del totale dei fondi, pari a sei miliardi per i 60 progetti finanziati con il Pnrr.
Si tratta dei fondi più urgenti per i quali iniziare subito a programmare e pianificare e che saranno combinati con fondi strutturali al fine di assicurarne la continuità, per un valore complessivo tra fondi nazionali ed europei di dieci miliardi di euro con bandi saranno pubblicati fino a dicembre 2022», ha spiegato ancora la ministra Messa.
Subito al lavoro per creare un network e programmare
«Con proiezioni di spesa entro il 2026, dunque in cinque anni, dobbiamo porci la questione della sostenibilità economico-finanziaria delle iniziative avviate con queste risorse economiche. Essa potrà essere garantita solo combinando questo ingente fondo una tantum con un fondo strutturale per evitare di lanciare iniziative che poi non avremmo la possibilità di mantenere in attività. Quindi ancora più fondamentale saranno la programmazione e la pianificazione nelle regioni del Mezzogiorno. La distribuzione di queste risorse avverrà attraverso bandi competitivi e quote riservate al Mezzogiorno.
I progetti candidati saranno sottoposti a procedure di valutazione ad opera di terzi fuori dall’Italia che vaglieranno scientificità, qualità, sostenibilità a lungo termine e capacità di creare ricchezza. Quindi si procederà con la negoziazione con Miur e Mef, al fine di assegnare queste risorse entro l’estate e avviare le attività con il prossimo anno accademico. I tempi sono particolarmente contingentati e, dal momento che ci attendiamo progetti importanti e improntati a solide filiere tra università e Imprese, il dovere mio e del Ministero che dirigo è quello di aiutare la comunità accademica ad applicare in modo forte e competitivo questi bandi, risolvendo problematiche e criticità e stimolando a tessere reti basate sulle competenze, sulle conoscenze e sulla capacità di lavorare insieme», ha sottolineato la ministra Messa.
Su alcune misure la ministra ha anche assicurato una sinergia e un dialogo con gli altri Ministeri come quello per il Sud. «Gli ecosistemi territoriali e dell’innovazione costituiscono un ambito in cui lavorare insieme per garantire coerenza e consequenzialità nella programmazione e nei risultati», ha sottolineato ancora la Ministra.
«Il campus d’Innovazione a Saline Joniche, il più grande del Mezzogiorno, per noi il progetto più importante, tuttavia sarà per noi la base per attrarre finanziamenti in uno spettro di azione in continua espansione, visto il ruolo strategico che l’università italiana può rivestire nel percorso di sviluppo del Paese. Il Pnrr è una occasione importantissima e devo riconoscere che la risposta dei rettori a questa chiamata testimonia consapevolezza, responsabilità e voglia di accogliere la sfida», ha sottolineato il rettore della Mediterranea, Santo Marcello Zimbone.
Pnrr, una grande occasione per rilanciare la ricerca
«Il sistema italiano ha luci e ombre. I nostri laureati trovano maggiore soddisfazione all’estero dove spendono l'ottima formazione acquisita in Italia e per quanto siamo sesti nella graduatoria mondiale per numero di pubblicazioni scientifiche, dobbiamo rafforzarci per crescere e competere non solo con chi è già forte come gli Stati Uniti ma anche con gli atenei emergenti di India e Cina, ad esempio. Questa grande opportunità del Pnrr potrebbe consentirci di colmare anche il gap del ruolo della Ricerca nel nostro Paese, affinché sia realmente impattante e concretamente innovatore», ha concluso la ministra Maria Cristina Messa.