Con una pec inviata al Governo il comitato di quartiere di Arghillà, composto da associazioni e cittadini della zona impegnati nella difesa dei beni comuni, ha chiesto al Ministero della Salute e al Viminale «un immediato e risolutivo intervento in favore dei cittadini al fine di rimuovere la massa di rifiuti maleodorante che si accumula da tempo nel quartiere, trasformato in una discarica a cielo aperto, che mette a repentaglio la salute delle persone, la salubrità e l’igiene dei luoghi dove abitano migliaia di cittadini e che sta portando la popolazione all’esasperazione».

«Tale situazione assolutamente insostenibile e incivile – si legge nella missiva – che si protrae da mesi e da anni, assieme alle ricorrenti crisi idriche che privano i cittadini di Arghillà, quartiere di Reggio Calabria di 7.000 abitanti, trasformato in un quartiere ghetto simbolo nazionale di degrado e di abbandono, rappresenta una palese violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in quanto attenta ad alcuni dei diritti insopprimibili dei cittadini, alla salute, all’ambiente salubre, ad una vita familiare e privata dignitosa».

Gli attivisti chiedono dunque «L’immediata presa d’atto di una situazione conclamata e insostenibile di palese violazione dei diritti umani nel quartiere di Arghillà e l’istituzione di una Cabina di Regia statuale sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio dei Ministri, con l’individuazione di un Commissario dotato di pieni poteri ed in grado di attivare e mettere a regime tutte le risorse finanziarie e umane».