VIDEO | Francesca e Domenico risiedono a Catona e non riescono a pagare l'affitto. Da mesi hanno richiesto un alloggio popolare ma il Comune non risponde. Attraverso la nostra testata, lanciano un appello al sindaco: «Intervenga subito per aiutarci»
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«Non fateci finire in mezzo ad una strada. Sindaco Falcomatà si metta una mano sulla coscienza». È una situazione davvero drammatica quella di Francesca Bevilacqua e di Domenico Pellegrino, cinquantenni reggini entrambi disoccupati e con gravi difficoltà economiche. La coppia è stata sfrattata dalla casa in cui vivono a Catona, alla periferia nord di Reggio Calabria. Un minuscolo bilocale di appena 30 metri quadri di cui però, da un anno non riescono a pagare l’affitto. Domenico nell’aprile scorso è stato vittima di un grave incidente avvenuto a Lamezia. Ha rischiato di morire. È stato in coma, ricoverato quasi 4 mesi tra Catanzaro, Crotone e Cetraro. I medici gli avevano dato appena due giorni di vita. Fortunatamente è riuscito a salvarsi, ma i danni fisici e neurologici che ha riportato gli impediscono di continuare a svolgere il precedente lavoro, ossia quello di assistente sanitario. «Sono vivo per miracolo-dice ai nostri microfoni- purtroppo sto male e non riesco a stare in piedi ed è per questo che sono disoccupato. Mi è impossibile fare al momento qualsiasi attività».
Nei giorni scorsi l’ufficiale giudiziario gli ha notificato lo sfratto che diverrà esecutivo l’otto gennaio. La coppia ha fatto richiesta mesi fa per avere un alloggio popolare, ma dal Comune non è arrivata nessuna risposta. «Noi abbiamo diritto- ci dice fra le lacrime la moglie Francesca- non vogliamo finire per strada come i barboni. Il comune intervenga. Ma non solo per noi anche per tutte le altre famiglie che sono in questa situazione». È un problema che accomuna infatti, diversi nuclei familiari reggini aventi diritto l’assegnazione di un alloggio popolare, ma che nonostante le istanze legittime ancora ad oggi non ricevono alcun riscontro da Palazzo San Giorgio. «Gli alloggi ci sono-continua Domenico- ma non li danno. Mi chiedo il perché. Il comune ha l’obbligo di completare le verifiche sugli immobili e vedere chi ha veramente diritto a possederli». Una delle principali problematiche infatti, è quella riguardante la “mappatura” delle case popolari. La società “Hermes” da mesi sostiene di essere a lavoro per verificare se gli attuali proprietari hanno ancora il diritto di possederle.
In tanti non abitano più in città e illegalmente continuano ad usufruire di questi immobili i quali vengono usati come seconda casa nel periodo estivo e che se liberati potrebbero essere destinati alle famiglie bisognose. Francesca e Domenico sono disperati. Ed è per questo che lanciano un appello, attraverso alla nostra testata, al primo cittadino Giuseppe Falcomatà affinché gli venga assegnata una casa, così come la legge sull’emergenza abitativa prevede. «Non mi vergogno a dirlo- dichiara Pellegrino- ma noi non abbiamo soldi a sufficienza per vivere dignitosamente. Sono malato e non riesco neanche a curarmi. Non stiamo chiedendo altro che il rispetto dei nostri diritti. Signor sindaco intervenga. Reggio siamo noi, il popolo. E c’è una parte della popolazione che ha bisogno della sua attenzione».
La denuncia dell'osservatorio sul disagio abitativo
La situazione della famiglia Pellegrino è costantemente monitorata dalle associazioni che compongo l’osservatorio sul disagio abitativo il quale da anni conduce questa battaglia. «La sorte delle famiglie che rischiano di finire per strada- è riportato in una nota dell’osservatorio- non sembra essere una priorità per l'amministrazione comunale, considerato che non sono state avviate le azioni necessarie per provvedere a questo tipo di emergenze. Eppure si tratta di situazioni drammatiche che negano quotidianamente il diritto fondamentale alla casa alle persone più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale.
In questa fase di crisi economica ancora in atto, gli sfratti colpiscono quotidianamente decine di famiglie, ma questo tema continua a non essere inserito nell'agenda politica comunale e nazionale. Al di là della gravità sociale di queste situazioni, che di per sé dovrebbe essere sufficiente a determinare l’intervento dell’ente pubblico, il Comune si dovrebbe occupare degli sfratti per morosità incolpevole». Vi è infatti, la legge regionale numero 32 del 1996 la quale all’articolo 31 elenca, tra i casi principali di emergenza abitativa, proprio gli sfratti per morosità incolpevole, come quello che stanno subendo i Pellegrino. «La rete di associazioni e movimenti, riuniti nell'Osservatorio sul disagio abitativo, già da dicembre 2016, continua la nota, ha sollecitato il Comune ad avviare le azioni per rendere trasparenti e veloci le assegnazioni per emergenza abitativa, avendo come esito l'adozione di un regolamento approcato dal consiglio comunale il 25 gennaio scorso. Il regolamento tuttavia prevede una procedura macchinosa, al punto che dopo 10 mesi resta inapplicato». Una serie di inefficienze istituzionali quindi, rischiano di vedere tantissimi cittadini non avere più un tetto sopra la testa nell’indifferenza generale.