Emozionante, così è stato definito unanimemente, da una delegazione del comitato Free Maysoon, composta da Rosalba Marotta del centro Cartella e da Lucia Cara, Caterina Iacopino e Luciana Amato dell’Udi, che ha incontrato a Reggio la giovane attivista crudo-iraniana accusata di essere una scafista e rilasciata dopo quasi dieci mesi di reclusione qualche giorno fa.

«Maysoon, molto provata dal carcere, conserva una grande forza per raccontare la sua storia che è anche quella delle donne curde la cui libertà, unitamente a quella dell'intero popolo curdo, è oggi minacciata». Così le attiviste reggine.

Occorrerà attendere l’udienza del 17 novembre (il processo è in corso dinnanzi al tribunale di Crotone, città dov’è sbarcata lo scorso 31 dicembre) per la sentenza di assoluzione o condanna ma intanto sono venuti meno quei «gravi indizi alla base della misura cautelare». Dunque, difesa dall'avvocato reggino Giancarlo Liberati, è stata e scarcerata. Con molta probabilità, attenderà a Riace già da oggi il giorno del suo esame in tribunale e della sentenza. Su impulso del sindaco Mimmo Lucano e dell’amministrazione da lui guidata, il prossimo 4 novembre Maysoon Majidi, sarà insignita della cittadinanza onoraria.

La giovane ha compiuto 28 anni in carcere e, durante i primi giorni fuori dal carcere trascorsi a Reggio Calabria, ha incontrato le attiviste reggine che la stanno sostenendo durante il processo presso la nuova sede dell’Udi di Reggio Calabria.
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