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La Dia di Palermo sta eseguendo un sequestro di beni per un ammontare complessivo di oltre un miliardo e 600 milioni di euro, nei confronti di alcuni noti imprenditori, originari della provincia di Palermo, legati al mandamento di Corleone. Palermo, 8 luglio 2015. ANSA/DIA PALERMO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Un decreto di sequestro e di confisca, è stato eseguito questa mattina dalla Dia di Reggio Calabria, nei confronti di un imprenditore del settore edilizio, immobiliare ed alberghiero ritenuto dagli inquirenti contiguo alla cosca Aquino, clan dell’area jonica della provincia reggina.
Si tratta di Bruno Verdiglione, 57 anni, di Caulonia, attualmente agli arresti domiciliari.
La confisca dei beni è stata disposta dopo le indagini economico-patrimoniali della Dia che hanno fatto emergere la vistosa sproporzione tra il patrimonio riconducibile al Verdiglione e la sua capacità reddituale.
Sequestrati beni per un valore di 21 milioni di euro - Oggetto del provvedimento, beni per un valore stimato in circa 21 milioni di euro costituiti dal capitale sociale e relativo patrimonio aziendale di 5 società, da 56 immobili (appartamenti e terreni intestati a persone fisiche e giuridiche), da quote di altri 66 immobili ad uso aziendale e da rapporti finanziari.
Presenti anche numerosi appartamenti siti in zone residenziali della fascia ionica reggina e a Roma (un pregiato appartamento sulla centralissima via Nomentana), una villa seicentesca in Roccella Ionica di notevole interesse storico-artistico (Villa Alicastro) e due strutture alberghiere site anch'esse in Roccella Ionica.