La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di confisca di beni per circa 324 milioni di euro emesso dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria nei confronti del defunto Vincenzo Oliveri,  noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni sia nel comparto alberghiero che in quello immobiliare e dei servizi in Calabria (piana di Gioia Tauro e provincia di Catanzaro), Abruzzo e Toscana.

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Vincenzo Oliveri era socio con il fratello, da tempo stabilitosi a Giulianova, in numerose iniziative culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale (cosiddetto Gruppo Oliveri): l'uomo, sin dagli anni '80, risultava coinvolto in diversi procedimenti penali per la commissione di reati associativi finalizzati alla commissione di truffe aggravate, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, conclusi con sentenze dichiarative di prescrizione. Successivamente, Oliveri fu arrestato in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa il 26 luglio 2010 dal Gip del Tribunale di Palmi  per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, in ordine all'indebita percezione di contributi erogati ad aziende facenti parte del Gruppo.