Un 43enne e un 23enne sono stati arrestati e tradotti in carcere, gli altri due complici, un uomo ed una donna, sono stati deferiti ed espulsi dal territorio nazionale
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Gli agenti della Polizia di Stato hanno fermato un 43 enne ed un 23 enne di nazionalità georgiana, ritenuti autori di rapina ai danni di un sacerdote e di diversi furti aggravati in abitazione, perpetrati nelle ultime settimane nella zona sud di Reggio Calabria e deferito altri due complici.
L’attività d’indagine è iniziata dopo due “colpi” commessi lo scorso 26 settembre da parte dei due uomini ed un terzo complice, volto già noto alle forze dell’ordine, che li attendeva nel parcheggio di un centro commerciale. A pochi giorni di distanza le stesse persone hanno attuato un terzo furto, questa volta in compagnia di una donna che fungeva da “palo”.
In tutti e tre i casi le telecamere dei sistemi di videosorveglianza hanno consentito ai poliziotti di riconoscere gli autori, grazie agli appostamenti di individuarne l’abitazione di bloccarli prima che la raggiungessero.
Fermati da una volante hanno prima finto di non capire l’italiano e poi tentato di far capire che si trovavano in quella zona per una passeggiata.
A quel punto i poliziotti hanno raggiunto l’abitazione individuando all’interno la donna intenta a nascondersi. Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti una consistente quantità di oggetti utili allo scasso, come chiavi “bumping” per l’apertura di porte blindate, grimaldelli, carte sagomate per il rilevamento delle impronte digitali, pinze, cacciaviti ed un flex, nonché un’ingente quantità di monili in oro e argento, gioielli e orologi di valore, banconote di vario taglio per un totale di 1800 euro, ed anche 7 telefoni cellulari con diverse sim.
L’uomo e la donna identificati quali complici, anch’essi di nazionalità georgiana, sono stati deferiti in stato di libertà per i reati di furto aggravato in abitazione e possesso ingiustificato di oggetti atti allo scasso: considerata la loro posizione irregolare, sono stati espulsi dal territorio nazionale; per la donna è stata comminata anche la misura accessoria dell’obbligo di firma e ritiro del passaporto.
I due uomini, invece, sono stati collocati in carcere.