Incontro tra Comune e Coordinamento di quartiere al serbatoio locale. I cittadini chiedono interventi strutturali definitivi, l'amministrazione si conferma disponibile ma in attesa dei fondi
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«Siamo soddisfatti di avere ottenuto un incontro con il Comune al serbatoio Alfieri di Arghillà. Abbiamo potuto constatare direttamente e insieme la gravità della situazione. Crediamo sia stato capito quanto siano necessarie soluzioni immediate per fronteggiare l'emergenza estiva e quanto siano altrettanto indifferibili quelle strutturali per il futuro. Non siamo, invece, soddisfatti della quotidianità che ormai da troppi anni affligge Arghillà, segnata anche dalla disponibilità d'acqua solo per qualche ora al giorno», così Giuseppe Naim del coordinamento di quartiere di Arghillà ha commentato l'incontro al quale hanno preso parte l'assessore comunale alla Manutenzione, Rocco Albanese, il responsabile del servizio Idrico del Comune, Domenico Macrì, il presidente del Consiglio Comunale, Enzo Marra, la funzionaria della Prefettura, MariaLuisa Tripodi, il tecnico idrico Vincenzo Cordiano e il manovratore Agostino Russo. Per il coordinamento di quartiere con Giuseppe Naim anche il portavoce Giovanni Votano, Don Antonino Iannò, parroco della chiesa di Sant'Aurelio in Arghillà, Mariella Quattrone, Fabrizio Vadalà, Albino Passalacqua e Pietro Marcianò.
Abusi e sprechi d'acqua insufficiente
Il serbatoio Alfieri, alimentato da due pozzi situati a San Cono e a Pettogallico, serve con tre condotte Arghillà, Villa San Giuseppe e Rosalì alta. Ha una capienza di circa 1000 metri cubi di acqua. Costruito oltre trent'anni fa, quando Arghillà contava duemila abitanti, non seimila come oggi, adesso non è più adeguato. Alle 11 del mattino il serbatoio era già quasi vuoto (solo un metro d'acqua). La causa di questa carenza è da ricercare nella combinazione di due fattori ormai annosi e irrisolti della oggettiva scarsità di acqua e del consumo eccessivo e anomalo, gravato da allacci abusivi e sprechi.
Vi è, dunque, un primo problema strutturale la cui risoluzione non può essere immediata. Su questo fronte sono in corso interventi di sostituzione delle condotte vetuste, per poter assicurare un maggiore e potente flusso d'acqua. Legata a questa sostituzione è l'implementazione di pozzi e serbatoi. Ad oggi, senza condotte rinnovate, aumentare il numero dei pozzi e dei serbatoi contribuirebbe a danneggiare definitivamente le reti esistenti, incapaci di contenere e trasportare più acqua. Per questa ragione l'attivazione del pozzo Penna a supporto degli altri funzionanti e non in sostituzione invocata dal coordinamento, in questa situazione non sarebbe risolutiva ma controproducente.
Il piano del Comune
«Prioritario è determinare l'aumento del flusso d'acqua per consentire ai residenti di Arghillà di poter disporre di acqua per almeno sette otto ore al giorno. Va da sé che, come avviene in tutta la città, l'acqua viene chiusa alle 18 per essere riaperta alle 5 della mattina successiva per dare la possibilità ai serbatoi di riempirsi e poter garantire la distribuzione durante le ore diurne. L'Amministrazione sta cercando soluzioni anche interloquendo con la Sorical e intervenendo su un pozzo da riattivare a Rosalì. Saranno anche sperimentare della manovre in modo da favorire una migliore distribuzione dell'acqua nella zona. Stiamo, inoltre, già intervenendo su una condotta che era fatiscente e di cui abbiamo già sostituito 800 metri. Ne mancano altri 700 e nel giro qualche mese dovremmo completare. Questo farà diminuire le perdite, assicurando più acqua», ha spiegato l'assessore comunale Rocco Albanese che ha posto anche un accento sulla necessità di vigilanza per intervenire pure sugli sprechi e sugli abusi.
«Dobbiamo vigilare per limitare l'uso improprio e gli allacci abusivi, intensificando i controlli. Ne abbiamo parlato con il Prefetto. Non può essere tollerato che l'acqua venga sprecata, innaffiando orti e giardini soprattutto d'estate, e che poi non arrivi nella case delle famiglie per soddisfare le esigenze primarie. Questa situazione è grave anche se siamo consapevoli pure dell'insufficienza dell'acqua e della necessità di potenziare la distribuzione, aumentando il numero dei serbatoi e dei pozzi e sostituendo, come stiamo già facendo, le condotte fatiscenti», ha sottolineato ancora l'assessore Rocco Albanese.
«Sono in arrivo milioni di euro di fondi, con il Recovery fund, che investiremo anche per tratti e di rete idrica e sistemi acquedottistici. Inoltre attendiamo che il Governo autorizzi lo sblocco di una somma del Decreto Reggio per poter subito lavorare ad un nuovo pozzo e ad un nuovo serbatoio per Arghillà. Un intervento di circa 600 mila euro con un anno e mezzo di lavori. Il sindaco, delegato al Decreto Reggio, è al lavoro per questo. Infine è in corso anche un intervento per sostituire un tratto della condotta di adduzione che dal pozzo arriva a questo serbatoio e che, per via di allacci abusivi, non conduce tutta l'acqua che dovrebbe. Dismettendo la condotta attuale e attivando la nuova, l'acqua illecitamente sottratta seguirà la via giusta. Anche questi lavori dovrebbero essere completati nel giro di qualche mese. Un'altra soluzione è quella di montare delle cisterne con autoclave, ovviamente negli alloggi di proprietà comunale», ha spiegato Domenico Macrì, responsabile Servizio Idrico del comune di Reggio Calabria.
Le soluzioni tampone per l'estate
Accanto a queste soluzioni strutturali sono state concordate anche delle soluzioni tampone per fronteggiare l'emergenza estiva. Tra queste, la manovra per dirottare l'acqua su Arghillà Nord nella prima parte della giornata e su Arghillà Sud nel pomeriggio, in modo da aggirare la criticità della pressione e garantire anche nella zona alta una certa distribuzione di acqua.
«Abbiamo individuato insieme delle soluzioni che saranno messe in atto al più presto. La riattivazione del pozzo Cotroneo per servire direttamente la zona di Rosalì e così consentire di liberare la quantità d'acqua destinata a quella zona e di rimpinguare il flusso diretto da questo serbatoio ad Arghillà. I tecnici comunali sono già al lavoro per l’estrazione della pompa elettrica e la sua manutenzione. La settimana prossima dovrebbero terminare. Un'altra soluzione consiste nell’alternanza delle manovre di afflusso di acqua, riservando l’apertura delle condotte ad Arghillà Nord al mattino, dalle 6 alle 11, e nelle ore pomeridiane ad Arghillà Sud. Infine è stato chiesto a Sorical di aumentare l’afflusso al serbatoio Alfieri, sempre in via emergenziale e provvisoria. Il coordinamento ha altresì sollecitato il Comune rispetto agli altri lavori di ammodernamento richiesti e concordati a suo tempo, tra i quali il telecontrollo, i quadri elettrici, le saracinesche», ha spiegato Giuseppe Naim del coordinamento di quartiere di Arghillà. Si attendono, dunque, risposte da Sorical (che su Reggio ha 30 pozzi e 20 serbatoi con relative adduzioni) che con un suo pozzo alimenta la condotta che raggiunge il carcere nella contrada di Rugola e che potrebbe alimentare maggiormente il serbatoio.
Un solo tecnico e 800 chilometri di reti idriche
Nell'arco di qualche anno sono andati in pensione decine di dipendenti del settore idrico. Ad oggi vi è un solo tecnico, a fronte degli otto precedenti, per tutto il vasto territorio comunale di Reggio che da Bocale arriva a Bolano, estendendosi fino a Terreti e Gambarie. Un solo tecnico per intervenire su 800 chilometri di condotta, 30 serbatoi, 90 pozzi. La carenza riguarda anche i manovratori. Una criticità che si inquadra nelle generale e atavica carenza di personale in seno all'Amministrazione comunale, che produce gravi disservizi e inefficienze sempre più all'ordine del giorno.