Lascia dopo quasi un quinquennio la Città dello Stretto e da lunedì guiderà la Prefettura di Palermo
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«Nel corso dei quattro anni e mezzo che ho trascorso a Reggio Calabria, il sistema di soccorso che abbiamo predisposto ha consentito di salvare migliaia di migranti, grazie all'apporto eccezionale della Guardia di finanza e della Guardia costiera». Lo dice all'Ansa il prefetto Massimo Mariani, che oggi lascia la guida della Prefettura di Reggio Calabria per assumere da lunedì quella di Palermo.
«Ha funzionato molto bene, inoltre - aggiunge Mariani - il sistema di accoglienza grazie all'aiuto fornitoci dai Comuni, e in particolare da quello di Roccella, dove ci sono stati molteplici sbarchi, e grazie anche alle organizzazioni di volontariato. Tutte le componenti del sistema hanno funzionato molto bene. Ha dato i suoi frutti, in sostanza, la forma di accoglienza diffusa che abbiamo adottato e per l'attuazione della quale si sono rivelati fondamentali la disponibilità e l'apporto delle amministrazioni locali, con le quali sono riuscito ad instaurare un rapporto di proficua collaborazione. Basti pensare alla tensostruttura che abbiamo realizzato nell'area portuale di Roccella Ionica, che ha consentito di accogliere ed ospitare in condizioni dignitose migliaia di migranti, che hanno potuto ricevere assistenza e cure immediate ed efficienti prima del loro trasferimento nei centri di accoglienza. La tensostruttura ha funzionato così bene che abbiamo deciso, proprio per la sua utilità, di raddoppiarne la capienza».
«Una sfida importante in cui metterò, in primo luogo, molta passione. Mi predispongo al mio nuovo ruolo - aggiunge il prefetto Mariani - con la consapevolezza, in primo luogo, dell'onore che mi è stato concesso dal Governo, che ha inteso affidarmi questo importante incarico. Desidero, dunque, ringraziare il governo ed il ministro Piantedosi per avere riposto la loro fiducia nella mia persona».
«Per quanto mi riguarda - conclude Mariani - vado a Palermo con grande entusiasmo e con la voglia di immergermi pienamente, come ho sempre fatto peraltro nei miei precedenti incarichi, nella realtà di quella terra. Farò di tutto per dare il mio contributo anche a quel territorio. Avverto pienamente il peso del dovere che incombe sulla mia persona. Cercherò di essere degno della fiducia che mi è stata accordata. Spero di potercela fare. Anche nel mio nuovo incarico mi impegnerò al massimo, come ho sempre fatto da quando sono nell'amministrazione dell'Interno. E, soprattutto, lo farò con molta passione, che è la cosa più importante, tutto sommato».