VIDEO | Il gup di Catanzaro, all'esito del processo svoltosi con il rito abbreviato, ha sostanzialmente confermato l'impianto della Dda di Catanzaro. Ecco la sentenza di primo grado
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Si è concluso nella giornata del 21 luglio 2022 il processo “Kossa“, celebrato con rito abbreviato. Regge l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati, alcuni di loro facenti parte – secondo la Dda di Catanzaro – della cosca Forastefano di Cassano Ionio. L'esito della sentenza è di sedici condanne e otto assoluzioni.
Il gup distrettuale Antonio Battaglia ha sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio prospettato dal pubblico ministero Alessandro Riello, titolare del procedimento penale, condotto nella fase delle indagini dalla Squadra Mobile di Cosenza, con un blitz scattato nel febbraio del 2021 in tutta la Sibaritide. Indagine che coinvolgeva anche una parte della famiglia Abbruzzese, nota come clan degli “zingari” di Cassano Ionio.
Secondo la Dda di Catanzaro, diretta dal procuratore capo Nicola Gratteri, la costituzione della presunta associazione per delinquere dì stampo mafioso era finalizzata alla commissione dì vari reati, quali estorsioni e intestazioni fittizie dì beni.
Nel dettaglio, ecco il dispositivo della sentenza “Kossa“:
- Pasquale Forastefano 18 anni di carcere
- Stefano Bevilacqua 5 anni e 4 mesi di carcere
- Domenico Massa 13 anni di carcere
- Damiano Elia 4 anni e 4 mesi di carcere
- Agostino Pignataro 7 anni e 4 mesi di carcere
- Alessandro Forastefano 8 anni di carcere
- Saverio Lento 2 anni di carcere
- Luca Talarico 12 anni di carcere
- Silvio Forastefano 3 anni di carcere
- Antonio Falabella 4 anni e 8 mesi di carcere
- Giuseppe Bisantis 1 anni e 8 mesi di carcere (pena sospesa e non menzione, ma assolto per il concorso esterno in associazione mafiosa)
- Antonio Antolino 2 anni e 8 mesi di carcere
- Leonardo Falbo 2 anni e 8 mesi di carcere
- Gianfranco Arcidiacono 2 anni e 8 mesi di carcere
- Nicola Abbruzzese 3 anni di carcere
- Enzo Gencarelli un anno, sette mesi e 20 giorni di carcere (pena sospesa)
Ciononostante il gup di Catanzaro ha assolto Pasquale Forastefano per sei capi d’accusa, Damiano Elia per capo 1 (associazione mafiosa), Agostino Pignataro per una presunta estorsione a un’azienda agricola, Alessandro Forastefano per quattro capi d’accusa, e Luca Talarico per un capo d’accusa.
Il gup Antonio Battaglia ha infine assolto da tutte le accuse Vincenzo Pesce (per non aver commesso il fatto), Fabrizio Lento (per non aver commesso il fatto), Leonardo Abbruzzese (perché il fatto non sussiste), Francesco Orsino (perché il fatto non sussiste), Cosimo D’Ambra (per non aver commesso il fatto), Andrea Elia (difeso dagli avvocati Andrea Caruso e Lucio Esbardo, perché il fatto non sussiste), Claudio Abritta (perché il fatto non sussiste) e Paolo Partepilo (perché il fatto non sussiste).
Nel collegio difensivo figurano i penalisti Rossana Cribari, Giulio Tarsitano, Enzo Belvedere, Riccardo Rosa, Antonietta Gigliotti, Sandro Furfaro, Domenica Napoli, Marco Rosa, Francesco Guglielmini, Gennaro Mortati, Gianluca Serravalle, Lucio Esbardo, Andrea Caruso, Massimiliano De Rosa, Rosetta Rago, Giovanni Zagarese, Cesare Badolato, Cristian Cristiano, Carlo Esbardo, Francesco Scorza e Araldo Parrotta.