Nuova indagine contro l'ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, già indagato per bancarotta dall'ufficio inquirente diretto dal procuratore capo Pierpaolo Bruni. La nuova inchiesta coordinata dalla procura di Paola accende i riflettori ancora una volta contro l'imprenditore operante nel campo cinematografico coinvolge anche la figlia di Ferrero, Vanessa e il nipote Giorgio, la prima in qualità di amministratrice unica della Ellemme Group Srl e il secondo in qualità di amministratore unico della Eleven Finance Srl. Ferrero, invece, è accusato di essere l'amministratore di fatto della società Ellemme Group srl. In questo nuovo filone, come detto, sono indagati cinque dirigenti di un noto istituto di credito italiano, i quali, in concorso con gli altri inquisiti, avrebbero cagionato il dissesto della società Ellemme spa mediante pagamenti preferenziali effettuati a favore della banca.

Le investigazioni infatti avrebbero dimostrato come Massimo Ferrero, Vanessa Ferrero e Giorgio Ferrero, «dopo aver stipulato in data 2 agosto 2013 a favore della Eleven Finance con un contratto di cessione di crediti e diritti di sfruttamento economico pari a 7 milioni e 800mila euro», avrebbero stipulato il 30 settembre 2013, «un atto di accollo approvato, su proposta e con parere favorevole» dei dirigenti coinvolti al quale aderiva la banca italiana coinvolta nell'inchiesta.


Secondo la procura di Paola, la Eleven Finance si sarebbe impegnata a rimborsare in ammortamento in 7 anni l'accollo stipulato, a seguito dei debiti che si era accollati della società Farvem srl ed Ellemme Group srl. Queste operazioni, secondo i magistrati, avrebbero favorito l'istituto di credito italiano, la quale riceveva «in esecuzione dell'atto, la somma di 1.713.722,18 euro a titolo di rate e interessi, consentendo alla medesima banca di giovarsi di un ulteriore debitore "Eleven srl", a danno di altri creditori sociali di Ellemme Group», quali l'Erario.