I Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito tre fermi nei confronti di Vincenzo Musolino, 21 anni, Domenico Marchese 21 anni, incensurati, e Giuseppe Musolino, 24 anni, avvisato orale di P.S, tutti di Serra San Bruno. I tre sono accusati di rapina, perpetrata nella mattinata del 19 luglio, ai danni di un’anziana, 78 anni, di San Nicola da Crissa, nonna di uno dei tre arrestati, a cui gli stessi avrebbero sottratto una ingente somma di denaro contante, che la donna custodiva in cassaforte.

 

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, i due (cugini) Musolino, travisati in volto, alle prime ore della mattina di mercoledì 19, si sarebbero introdotti furtivamente nell’abitazione della vittima, poco prima visitata dal nipote, Domenico Marchese. La signora, minacciata con una pistola giocattolo, sarebbe poi stata immobilizzata e bendata e, impossessatisi della chiave della cassaforte, i due avrebbero poi proceduto a trafugare da qui il bottino, il tutto per un ammontare di circa 60mila euro, dileguandosi subito dopo.

 

Le indagini dei carabinieri

Sono dunque subito scattate le attività di indagine dei Carabinieri per risalire alle identità dei rapinatori. A condurre le investigazioni sono stati i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, congiuntamente ai carabinieri della Stazione di San Nicola da Crissa che, con grandissima professionalità e acume investigativo hanno, sin dalle prime ore, ricostruito nei minimi dettagli la vicenda e raccolto tutti gli elementi che hanno consentito di individuare i colpevoli del grave delitto.


I tre dovranno ora rispondere di rapina aggravata, in concorso. Già ascoltati dai magistrati della Procura di Vibo Valentia, Musolino Vincenzo e Domenico Marchese sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del giudizio, mentre Giuseppe Musolino –irreperibile sino a ieri – è stato associato alla casa circondariale di Vibo Valentia in attesa dei riti di convalida e di garanzia.


La donna è rimasta profondamente turbata ma fortunatamente illesa.

 

Le parole del capitano Losciale

“Un reato grave – così il Cap. Mattia Ivano Losciale, comandante della Compagnia – per le modalità con cui lo stesso è avvenuto; in special modo perché ad avere un ruolo chiave nella vicenda è stato proprio il nipote della vittima. Un episodio bruttissimo, che ha trovato una prontissima ed efficacissima risposta da parte della magistratura e dell’Arma dei Carabinieri, segno che le Istituzioni sono sempre molto presenti su un territorio così difficile come questo”.