Restano in carcere Laura Spampinato e Daniele e Francesco Bevilacqua. Regge la tesi della Procura. Ora la competenza passa alla Distrettuale di Catanzaro
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ha convalidato l’arresto di Laura Spampinato e di Daniele e Francesco Bevilacqua, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali. Contestualmente ha disposto l’applicazione nei confronti dei tre indagati della custodia cautelare in carcere dichiarando la propria incompetenza. Il reato infatti, per la sua particolare gravità, rientra nella giurisdizione della Distrettuale di Catanzaro cui saranno al più presto trasmessi tutti i fascicoli del procedimento.
Attirato in una trappola
Come si ricorderà, le manette erano scattate il 14 settembre scorso in seguito alla richiesta di aiuto pervenuta al 113 da parte di un mobiliere di Sellia Marina al quale i tre avrebbero sottratto i figli. L’uomo nel pomeriggio, si era recato a San Lucido per un appuntamento di lavoro: avrebbe dovuto incontrare una donna interessata all’acquisto di alcune poltrone. Soltanto all’arrivo nel punto convenuto della località costiera, l’imprenditore ha scoperto di essere stato attirato in una trappola: ad attenderlo infatti c’erano i due Bevilacqua e la Spampinato.
La mancata consegna dei mobili
Il tranello era stato organizzato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, con uno scopo ben preciso: intimorire la vittima con l’obiettivo di recuperare il doppio di una caparra da 1.400 euro, che la Spampinato ed il marito Daniele Bevilacqua avevano versato a luglio nelle mani dell’uomo per l’acquisto di una cucina, mai consegnata. La vittima ha raccontato agli agenti di essere stato pestato e poi di essere stato condotto a Cosenza con la forza, a bordo della propria auto, seduto sul sedile posteriore al fianco di Daniele Bevilacqua, con Francesco Bevilacqua che invece si poneva alla guida del veicolo.
I soldi in cambio dei bambini
Una volta giunti a Cosenza, i due hanno restituito l’auto alla vittima proferendo, secondo la testimonianza resa dall’uomo, una frase minacciosa: «Porta i soldi e noi ti restituiamo i bambini». I due figli di 9 e 16 anni, nel frattempo, venivano condotti da San Lucido a Cosenza dalla Spampinato a bordo della propria auto, fino in Via degli Stadi dove il gruppetto si è ricomposto nei pressi di un bar. Qui poi, i tre sono stati rintracciati dalla polizia e arrestati.
Per il gip una versione "inattendibile"
Nel confermare i capi di imputazione, il Gip ha messo in dubbio l’attendibilità degli indagati, i quali nel fornire la loro versione, si erano difesi dichiarando di aver ricevuto i due minori in custodia dal padre in attesa che questi recuperasse parte della somma per la restituzione della caparra presso uno sportello bancomat. Non ha creduto in particolare, che l’uomo potesse affidare i propri figli alle persone che soltanto un paio d’ore prima lo avevano picchiato.