Non si è trattato soltanto di una manifestazione di vicinanza istituzionale. Il vertice convocato dal Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella con i rappresentanti della Idrogeo e le forze dell’ordine, è stato soprattutto un incontro operativo per porre un argine alla escalation di intimidazioni consumate ai danni dell’azienda di San Marco Argentano, impegnata nella costruzione di grandi opere infrastrutturali.

L'aggressione nella galleria di Coreca

L’ultimo nella galleria di Coreca, ad Amantea, appena qualche giorno fa, dove la Idrogeo sta effettuando da qualche tempo la manutenzione straordinaria: «Tre persone con il volto travisato sono entrate nel cantiere – ha raccontato Vincenzo Termine, uno dei titolari –. Hanno colto di sorpresa un nostro operaio che si trovava all’imbocco del tunnel e poi hanno appiccato il fuoco, incendiando un veicolo del servizio di vigilanza. Non abbiamo alcun sospetto – ha sottolineato – né abbiamo ricevuto richieste estorsive. C’è preoccupazione naturalmente, ma anche la consapevolezza che bisogna reagire, nel tentativo di lasciare una terra migliore ai nostri figli».

Sequela di episodi criminali

Come si ricorderà la sequela di episodi venne inaugurata giusto un anno fa, nel dicembre 2022, con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco nel cantiere per la costruzione di un viadotto sulla strada delle Terme, la Statale 283. In quello stesso cantiere poi, a febbraio 2023, è stato dato alle fiamme un escavatore del valore di circa 400 mila euro. A fine novembre infine, un’altra intimidazione a colpi di arma da fuoco questa volta contro il portone di ingresso di un’abitazione privata, della famiglia Termine. Adesso l’ennesima aggressione che ha suscitato l’indignazione di Confindustria e di Ance. Al tavolo erano presenti il presidente facente funzione dell’Associazione dei Costruttori Edili di Cosenza Giuseppe Galiano e Rosario Branda, direttore di Confindustria.

Si è varcato il limite

«Si è varcato il limite – ha detto Galiano – Quello che è accaduto alla Idrogeo è assurdo: entrare in un cantiere in esercizio, malmenare un dipendente ed appiccare un incendio alla presenza di tutti. Siamo qui per manifestare sostegno al collega ma anche per cercare, insieme a lui ed alle forze preposte, una soluzione per arginare questo grave fenomeno criminale, anche per tutti gli altri imprenditori sani del nostro tessuto economico». Tra le prime iniziative assunte dalla Prefettura, la dotazione di sistemi di videosorveglianza nei cantieri violati, a vantaggio anche delle autorità inquirenti e di controllo.