Crotone prega al fianco della famiglia di Davide Ferrerio brutalmente aggredito a Crotone lo scorso 11 agosto ed ancora in fin di vita, seppur trasferito a Bologna. Prima ci si è ritrovati tutti in chiesa ieri sera. Difficilissimo il compito di Monsignor Alessandro Saraco, rettore della Basilica Cattedrale che ha trovato conforto nella celebrazione eucaristica di questa domenica, cercando di dare prospettiva. «Quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio» ha tratto il passo dalla parola domenicale.

E come trovare parole per una famiglia distrutta, un padre, un fratello distrutti, una madre consumata dal dolore. Il giovane di 21 anni che dall’11 agosto scorso è in coma irreversibile, ora ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna trasferito da quello di Catanzaro, dopo essere stato pestato a Crotone l'estate scorsa, addirittura a causa di un tragico scambio di persona. Stamattina la prima udienza al tribunale di Crotone, dove il giudice sarà chiamato a esprimersi sul rinvio a giudizio per tentato omicidio

La madre Giusy Orlando ha già dichiarato: «Non è un tentato omicidio, ma un omicidio consumato. Davide non è vivo, in quel letto è solo un corpo. Pelle e ossa. Ridotto così senza motivo. Di lui non è rimasto nulla, solo il suo meraviglioso viso». Ancora più spersi fratello e padre, c’è una madre che non riesce a trovare conforto nemmeno nel chiedere giustizia di fronte al tribunale dove la fiaccolata si è fermata senza riuscire a contenere rabbia, dolore ed incredulità della famiglia.

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Oggi ci sarà la prima udienza per Passalacqua e gli altri tre chiamati al concorso anomalo per tentato omicidio, l’avvocato Fabrizio Gallo che segue la famiglia confida nella possibilità che venga coinvolto un quinto anche per fare chiarezza su di un episodio davvero incredibile che ha cancellato le speranze di un 21enne due volte vittima anche perché ignaro di qualsiasi possibile coinvolgimento: «Questi sono processi che nessuno vorrebbe fare - ci ha detto l’avvocato di origini crotonesi ma iscritto al Foro di Roma da dove segue tanti processi di cronaca nera - quando c’è questa violenza, che non ha ne colore né luogo, perdiamo tutti comunque».