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Il Tar calabrese ha accolto i ricorsi presentati dalla Consigliera di parità, Maria Stella Ciarletta Pinneri, e ha decretato la caduta di quattro giunte comunali, a Montalto Uffugo, Torano Castello, Vaccarizzo Albanese, del cosentino, e Rombiolo, in provincia di Vibo Valentia. “Una giornata che non dimenticherò” ha dichiarato su Facebook la Pinneri. I sindaci ora saranno costretti a formare nuove giunte, in cui dovrà essere rispettato l’equilibrio di genere.
Montalto – “Noi ricorreremo con un ricorso al Consiglio di Stato perché la sentenza è sbagliata – si difende il sindaco Pietro Caracciolo– c’è una circolare ministeriale dove si afferma che se ci sono difficoltà di reperire presenze femminili non è obbligo attenersi alla percentuale del decreto di legge. Noi abbiamo protocollato note in cui è testimoniato il nostro iter seguito per inserire un’altra donna in Giunta e dove sono citate professioniste che non hanno accettato l’incarico». «Il giudice ha ritenuto erroneamente che le dichiarazioni che noi abbiamo allegato erano le dichiarazioni delle due consigliere comunali che non hanno accettato l’incarico assessorile. Tutto ciò è ripetuto ben due volte nella sentenza, ragion per cui noi abbiamo la possibilità del ricorso. Ovviamente noi abbiamo continuato a cercare donne da inserire nell’Esecutivo ma devono essere anche scelte di competenze e non di numero. Ricerca questa da me iniziata prima che uscisse la sentenza”.
Rombiolo – “Prendiamo atto del dispositivo del Tar che rispettiamo ma non condividiamo – dichiara il sindaco di Rombiolo Giuseppe Navarra – e stiamo valutando se presentare un ricorso. Da noi sono diventati assessori i consiglieri che avevano ottenuto il maggiore consenso. La dottoressa Ciarletta, piuttosto, così sensibile a questa tematica, dovrebbe spiegare il perché non ha mosso obiezioni quando alle regionali nella lista del Pd di Reggio Calabria l’unica candidata donna era lei. La parità tra i sessi è un diritto costituzionale ma io sono della convinzione che quando una donna ha le qualità e il consenso si fa strada da sola, senza imposizioni normative”.