Viaggio tra le casse degli enti locali dopo i rincari di luce e gas: tra contrade al buio e ristori che mancano, ecco la situazione delle casse da piccoli centri a capoluoghi di provincia (ASCOLTA L'AUDIO)
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Le bollette degli imprenditori, le famiglie costrette a ricorrere a rateizzazioni sempre più frequenti, e poi ancora gli istituti di credito che chiudono i rubinetti e il caro benzina. Tutte situazioni che stiamo raccontando giorno dopo giorno, nei nostri servizi, in un viaggio tra difficoltà che ancora non trovano una soluzione.
Ma cosa succede quando ad andare in difficoltà per il caro energia sono le casse pubbliche? Siamo sempre stati abituati a pensare ai servizi pubblici come illuminazione, riscaldamento delle scuole, servizi idrici come ad atti dovuti: ma cosa succede se chi deve erogare questi servizi non ha più i soldi per pagare le bollette?
«È una situazione sconfortante, ma rischiamo di andare in default. Adesso il governo deve prendere provvedimenti». Un coro unanime, quello di sindaci ed amministratori, costretti a fare i conti con le bollette triplicate non solo nelle loro abitazioni o aziende, ma anche nei consigli comunali e nelle giunte. Ecco perché abbiamo deciso di ascoltare quattro voci, di comuni di diverse grandezze, per far capire quanto grave sia la situazione degli enti pubblici calabresi.
«Contrade al buio e servizi razionati: iniziamo a pensare alle soluzioni». A Cosenza si fanno i conti con il caro energia
Gli aumenti sono pesanti, le bollette triplicate e per un comune praticamente in dissesto è ancora più difficile. Ce lo spiega Francesco Giordano, assessore al bilancio del Comune di Cosenza, che racconta la complessa situazione di questi giorni: «I comuni hanno sul proprio groppone tutti gli aumenti della collettività: non paghiamo solo il caro energia - spiega - ma anche materie prime, cibo, gas per le scuole e via dicendo. Il Comune ne risente più di tutti, anche perché dobbiamo obbligatoriamente fornire servizi: l’illuminazione pubblica, le mense, i trasporti, la pulizia degli immobili, fa davvero paura quello che sta succedendo. Ad occhio e croce, solo di pubblica illuminazione raddoppieremo la spesa: in maniera prudenziale dai due milioni previsti ne ho fatto aggiungere un terzo, ma non basterà. A questi dobbiamo aggiungere le pompe di sollevamento».
Sul banco degli imputati ci fa anche lo stato ed i ristori per gli aumenti: «La nostra situazione è esplosiva: solo di illuminazione pubblica spenderò due milioni in più e cosa fa lo Stato? Ci manca 148 mila euro per copertura. Solo di luce spendo due milioni in più e il ristoro è questo? È ridicolo».
Gli aumenti, tra l’altro, rischiano di ricadere sui cittadini: «Il problema è anche che al Sud abbiamo una mentalità strana. Se sono sommerso dalle spese, la prima cosa che decido di non pagare sono i tributi comunali: spazzatura, acqua, suolo pubblico, multe, la riscossione si ferma. Diventa quindi un circolo vizioso, perché poi il Comune non riesce ad erogare i servizi. Come faccio a mantenere le pompe di sollevamento sempre attive e garantire l’acqua se non si pagano le tasse e la bolletta elettrica aumenta? Adesso inizieranno le scuole e andrà peggio, servono soluzioni immediate. Ho messo al lavoro gli uffici per identificare le soluzioni, ma anche qui abbiamo difficoltà, ci manca personale. Dovremo intervenire sugli impianti sportivi, le illuminazioni pubbliche nelle contrade rischiano interruzioni, anche perché siamo già in dissesto e non possiamo fare altro debito, rischiamo di creare danni estremi. Speriamo che il governo intervenga prima del 25 settembre».
Corigliano-Rossano, costi enormi per l’energia
«La situazione è critica, purtroppo è inutile girarci intorno e le parole sono anche poche: se gli aumenti restano questi, se non si ferma questa folle corsa dei prezzi al rialzo, molti comuni andranno in default». Non utilizza mezzi termini Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, che deve garantire servizi per un territorio estremamente ampio, 350 chilometri quadrati, e che tra coste e depurazione ha costi enormi.
«Si pensa spesso agli edifici pubblici, che sono sì un costo importante - spiega Stasi - ma ci sono cose che non si vedono. I cittadini vedono l’illluminazione per le strade, gli impianti, ma non si vedono cose che sono estremamente energivore come il sistema fognario, la depurazione, il sistema idrico, il grosso delle spese è lì anche per noi che abbiamo circa 15 sedi comunali tra uffici e delegazioni. Però stavolta voglio essere chiaro: non bisogna inventarsi nulla, servono ristori immediati e parametrati su quanto sta succedendo. Devono aumentare i finanziamenti strutturali, i trasferimenti dallo stato, non c’è altro da fare. Poi lavoriamo sulle rinnovabili, sull’efficientamento, quello che vogliamo: noi stiamo lavorando a 4 interventi su agenda urbana, ma serviranno nel futuro, noi abbiamo bisogno di soluzioni adesso. Adesso serve un fondo di salvaguardia statale per la compensazione degli aumenti energetici, nient’altro che questo. Già adesso molti comuni sono in regime di salvaguardia perché hanno difficoltà a pagare le utenze, non voglio pensare a cosa succederà nei prossimi mesi».
A Siderno mezzo milione di aumenti e 90mila euro di ristori: chi paga la differenza?
«Dove prendo questi soldi? Non lo so, onestamente, adesso dovremo vedere e trovare la migliore soluzione per la mia cittadina. Di certo la situazione è seria». Maria Teresa Fragomeni, sindaco di Siderno, non nasconde la preoccupazione per una situazione che rischia di mettere a repentaglio le casse comunali: «Gli aumenti delle tariffe - spiega la Fragomeni - sono stati davvero importanti e non è ancora finito l’anno. Ad inizio anno avevamo, in maniera prudenziale, inserito una previsione di spesa in bilancio di un milione e centomila euro e già adesso siamo con una previsione di spesa di un milione e seicentomila euro, che potrebbe ovviamente anche salire negli ultimi mesi. Capisci che la differenza è tantissima, parliamo di quasi mezzo milione: eppure, gli uffici nella simulazione fatta ci dice che nelle simulazioni attuali riceveremo dallo stato circa 90 mila euro. Parliamo, ripeto, di 90mila euro a fronte di mezzo milione, che potrebbe ancora aumentare. Come si fa?».
Il sindaco non nasconde la sua amarezza: «Uno dei problemi del nostro comune è che tra le altre cose veniamo da un lungo commissariamento, che non ci ha permesso di preparare molti interventi che avrebbero dato ristoro. Non abbiamo avuto accesso ai bandi per l'efficientamento energetico, avremmo avuto magari un po’ di respiro, ed abbiamo oneri alti perché non si è fatta programmazione. Stiamo provando a far ripartire una località turistica che ha bisogno di lavoro, ma così è difficile: non possiamo ogni volta chiedere sacrifici ai cittadini, loro hanno già i loro aumenti da pagare, rischiamo che così non paghino affatto. Serve un intervento immediato dello Stato, non ci sono alternative: noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma ognuno deve fare la sua parte».
A Cerzeto il sindaco non ci sta: «Questi aumenti mettono a rischio la tenuta sociale: devo tutelare la mia comunità»
Cerzeto, in provincia di Cosenza, è uno di quei piccoli comuni che ha deciso di puntare negli anni sull’efficienza e su sistemi virtuosi. Ai primi posti nella raccolta differenziata e con un modello preso ad esempio da altri comuni, pur con una piccola comunità è riuscito a creare lavoro e occasioni dai problemi. Eppure, adesso il sindaco Giuseppe Rizzo non nasconde la sua amarezza: il suo è un comune piccolo, con bollette di utenze che sembrano quelle di una media azienda, ma i cui rincari ovviamente possono mettere a serio rischio la tenuta delle casse comunali.
«Sono estremamente preoccupato - spiega il sindaco - dalla situazione e intenzionato a prendere ogni provvedimento necessario per affrontare questa nuova emergenza. Da inizio anno, dopo un confronto con gli altri anni, il consumo energetico in termini prettamente economici risulta essere di 31mila euro in più, con una previsione sino a dicembre catastrofica per i nostri bilanci comunali. I comuni come il nostro non potranno sostenere un aggravio così sostanziale senza nessuna copertura finanziaria e aiuto governativo, porterebbe a breve a un completo stallo finanziario degli enti che non hanno entrate aggiuntive e risorse necessarie per affrontare questo salasso: è il segno di un problema profondo e le settimane che abbiamo davanti devono servire per prevenire danni più gravi e alleggerire il peso sulle famiglie, sulle attività e sulle imprese, a partire da quelle che hanno maggiori difficoltà. Bisogna essere franchi, ma conti alla mano e dalle cifre in ballo, è chiaro e evidente che non basteranno interventi comunali per avere effetti duraturi, perché, semplicemente, i comuni non hanno risorse sufficienti. Di certo però daremo battaglia con gli altri Sindaci per ottenere risultati dagli enti governativi e per quello che possiamo fare anche a livello locale».