«Il trasferimento a Guantanamo Calabro equivale a una condanna all'isolamento ininterrotto. Dopo l'isolamento forzato di Oristano, sono qui sottoposto a un regime di gran lunga più restrittivo».

 

L'ex terrorista Cesare Battisti, trasferito a settembre dal carcere di Oristano a quello calabrese di Rossano, in un comunicato fatto pervenire all'Agi dal suo avvocato Gianfranco Sollai denuncia lo stato della sua detenzione. 

 

Battisti ipotizza anche di riprendere lo sciopero della fame, come già fatto un mese fa: «Voglio sperare che il Dap trovi una sistemazione degna di un paese civile, senza costringermi a riprendere lo sciopero della fame. Già che è preferibile finirla in un mese – sostiene – piuttosto che agonizzare un anno in condizioni vergognose e insostenibili».

«Clima intimidatorio»

Cesare Battisti racconta la sua condizione di isolamento nel carcere di Rossano (Cosenza), affermando di vivere «in un clima di estrema tensione e ordinarie intimidazioni, sorvegliato a vista e costretto all'ozio forzato in una cella di un terzo inferiore allo spazio della precedente, sprovvista di suppellettili indispensabili». L'ex terrorista spiega che gli è stato confiscato il computer per cui non può proseguire «nell'attività di scrittore».

 

«Mi è stata applicata – lamenta – una forte censura per «impedirmi di interagire con le istanze esterne culturali e mediatiche», grazie alle quali – sostiene – starebbe «guadagnando consensi democratici e garantisti».