La donna era accusata di aver partecipato alla simulazione di un incidente stradale nascondendo in realtà l'uccisione di un feto. La procura di Castrovillari aveva invocato la pena dell’ergastolo
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È terminato in Corte d'Assise di Cosenza il processo contro Nunziatina Falcone accusata di aver partecipato a un infanticidio insieme ad altri imputati al fine di prendere l'assicurazione simulando un incidente stradale a Corigliano Rossano.
Infanticidio a Corigliano Rossano, le accuse a Nunziatina Falcone
La procura di Castrovillari, rappresentata dal pubblico ministero, Valentina Draetta, aveva chiesto la pena dell'ergastolo per la donna. Il collegio giudicante, presieduto dal presidente Francesca De Vuono (giudice a latere Marco Bilotta) ha condannato a 15 anni di carcere l'imputata. Il primo processo contro Nunziatina Falcone era stato annullato dalla Cassazione per un difetto di notifica. Nel precedente giudizio la donna era stata condannata a 23 anni di reclusione.
Per gli inquirenti, Stefania Russo, che era nella vettura insieme a Nunziatina Falcone nel mentre le due donne raggiunsero il pronto soccorso del nosocomio di Corigliano, avrebbe assunto alcuni farmaci su indicazione del medico Sergio Garasto, deceduto dopo la condanna a 18 anni di carcere. Il nascituro fu soppresso, secondo la procura di Castrovillari, tra la 24esima e 27esima settimana di gestazione.
La difesa di Nunziatina Falcone
La difesa dell'imputata, assistita dall'avvocato Cesare Badolato, nella discussione aveva evidenziato alcuni dati processuali. Il primo che nelle intercettazioni del dottore Garasto non si parlava mai di interruzione dello stato di gravidanza all'epoca in essere nel corpo di Stefania Russo. Inoltre, Garasto e l'imputata si conoscevano da tempo per via del tumore del padre della donna. La patologia oncologica si era manifestata ai polmoni e Garasto da pneumologo dava consigli su terapie e altro.
Infine, tra le cose dette in sede di intervento difensivo, l'avvocato Badolato aveva spiegato, riferendosi soprattutto ai giudici popolari, che non era presente un'intercettazione negli atti d'indagine che faceva espressamente riferimento al fatto - presunto incidente e omicidio del neonato - considerando ciò un elemento a favore della difesa e non dell'accusa.
Prescritto il reato al capo B
La Corte d'Assise ha condannato Nunziatina Falcone per il capo A, mentre ha dichiarato l'intervenuta prescrizione per il reato ascritto al capo B. Infine, attenuanti generiche prevalenti rispetto alle contestate aggravanti. La difesa, una volta lette le motivazioni, è pronta a ricorrere in appello.