«Ci sembra patetico che qualche sigla dalle mire movimentiste si ricordi dei lavoratori immigrati stanziati negli accampamenti di San Ferdinando solo in prossimità delle luci natalizie». È durissimo il commento della Flai-Cgil di Gioia Tauro in merito ai disordini avvenuti davanti al gate del porto da parte dei migranti e organizzata dall'associazione "Campagna in lotta", che in tutta Italia ha organizzato mobilitazioni di questo genere. Associazione promossa anche da Veronica Padoan, figlia dell'ex ministro.

 

«È più di un decennio che la Flai- Cgil – scrive Rocco Borgese, segretario generale di categoria di Gioia Tauro - grida ai quattro venti quanto avviene su queste nostre terre. Qui sembra ormai diventato normale negare ogni possibilità di uscire dall’improbo sistema di emarginazione cui sono costretti migliaia di lavoratrici e lavoratori immigrati. Gli scogli sono tanti, conosciuti e riconoscibili: spaziano dalla non volontà di provvedere alle iscrizioni anagrafiche, ai troppi dossi nel rinnovo dei titoli di soggiorno». Se i propositi della protesta di questa mattina sembrano vicini a quelli della Flai-Cgil, nel merito e nella prassi, il sindacato condanna il metodo e lo “strano” tempismo di quella protesta.

 

«È avventato il maldestro tentativo di oscurare l’impegno che la Flai- Cgil comprensoriale di Gioia Tauro profonde quotidianamente al fianco dei migranti – attacca Borgese - che l’ingiusto sistema radicato di sfruttamento nell’economia agricola mira a ridurre a fantasmi, considerati quasi come arnesi nei campi, ma non riconosciuti come singoli, portatori ciascuno di quella dignità intrinseca a ogni persona. Cercare di proiettarsi sotto le luci della ribalta natalizia per porre in maniera sporadica questioni di cui la Flai- Cgil si fa quotidianamente è solo agire da avvoltoi».

 

Il sindacato, quindi, rivendica l’impegno e le lotte quotidiane combattute insieme ai migranti della piana, quasi sempre lontano dai riflettori e vicini agli ultimi.

 

«Non ci siamo mai rassegnati all’inaccettabile sofferenza cui sono costretti gli immigrati – conclude il segretario Borgese - Il nostro impegno è antico, costante. La Flai- Cgil è sempre dalla stessa parte. Dalla straordinaria decennale mobilitazione nazionale di contrasto allo sfruttamento in agricoltura alla legge 199/2016, la nostra è una battaglia democratica per la dignità e il riconoscimento dei diritti costituzionali. Le nostre ragioni e le nostre convinzioni sono immutate e poggiano sullo stesso fusto: l’applicazione del contratto a chi lavora, che porta a esistenze libere e dignitose. Non ci faremo distrarre rispetto a questo traguardo civile e democratico.  Continueremo a esercitare meticolosamente, con la stessa passione di sempre, il nostro ruolo di rappresentanza».

 

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