Nella presunta organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione ciascuno aveva un compito. Mario Astarita, ad esempio, catanzarese di 58 anni, avrebbe ceduto in locazione gli appartamenti di sua proprietà a Squillace, Copanello e Stalettì ad Antonio Santoro, 37enne catanzarese, al fine di favorire le attività di prostituzione «tanto che i canoni di locazione erano direttamente proporzionali agli introiti derivanti dalle illecite attività».

A sua volta Antonio Santoro, in qualità di affittuario, avrebbe procacciato gli inquilini - «tutti soggetti dediti alle attività di prostituzione nonché i loro potenziali clienti» - fungendo così da punto di riferimento fornendo i servizi necessari e riscuotendo il corrispettivo. Sua moglie, invece, Giuseppina Macrillò, 39enne catanzarese, avrebbe tenuto i registri delle prenotazioni degli alloggi interfacciandosi direttamente con le prostitute; d’intesa anche con Luigi Santoro, fratello di Antonio.

Infine, Giuseppe Migliazza, 78 anni di Borgia, avrebbe svolto la funzione d’autista garantendo principalmente i trasferimenti delle prostitute dalle stazioni ferroviarie alle abitazioni. A mettere a disposizione il suo appartamento di Roccelletta di Borgia anche Gabriele Ricciardi, 65 anni di Borgia. Per tutti la Procura di Catanzaro ha ipotizzato il reato di sfruttamento della prostituzione nell’ambito dell’inchiesta scattata stamattina e che ha portato all’esecuzione di 6 ordinanze di custodia cautelare.

È nel marzo del 2020 che hanno inizio le investigazioni, quando una donna richiede l’intervento dei carabinieri a seguito del tentativo di un giovane di entrare in casa sua a Squillace Lido, ai militari sul posto riferisce che il ragazzo presumibilmente aveva scambiato la sua abitazione con quella di alcune prostitute che occupavano un appartamento poco distante. I carabinieri accedono così nell’abitazione e accertano la presenza di una prostituta; gli accertamenti successivi sono volti invece ad appurare la proprietà dell’abitazione: Mario Astarita, appunto.

Ma le segnalazioni dei residenti proseguono. Ai militari che hanno condotto le indagini i cittadini riferiscono «di un continuo afflusso di uomini nelle abitazioni». E i carabinieri accertano «la presenza di due donne di nazionalità asiatiche vestite con abiti succinti, una di queste veniva vista riporre del denaro all’interno del reggiseno e dalla visione del suo telefonino emergeva il collegamento con un sito internet di incontri». Seguono infine le attività di intercettazione e l'installazione di telecamere di videosorveglianza che consentono di individuare gli odierni indagati.

«Gli elementi che fondano la gravità indiziaria sono rappresentati dalle conversazioni intercettate dalle quali si desume che le stanze, all’interno degli appartamenti venivano concesse in fitto alle prostitute per un importo di 50 euro al giorno, cifra notevolmente superiore alla media dei costi degli affitti richiesti sia per la zona che per il periodo dell’anno» annota il gip del Tribunale di Catanzaro, Chiara Esposito.

Finiscono agli arresti domiciliari Antonio e Luigi Santoro, Giuseppina Macrillò, Giuseppe Migliazza e Gabriele Ricciardi perché «sussiste il concreto pericolo – annota il gip – di commissione di reati della stessa indole di quelli per cui si procede, agevolmente desumibile dalle specifiche modalità e circostanze dei fatti e dalla personalità degli indagati i quali hanno dato prova di particolare pervicacia nella commissione dei delitti. Tutti gli indagati – si legge ancora nella ordinanza di custodia cautelare – hanno dato prova di forte capacità di prosecuzione nella condotta delittuosa avendo continuato a gestire le case di prostituzione per diverso tempo, persino durante il periodo dell’emergenza covid». Per Mario Astarito è scattato invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il gip ha inoltre disposto il sequestro degli immobili di Squillace Lido, Copanello e Roccelletta di Borgia.