Detenzione di materiale pedopornografico. È questa la nuova accusa per la quale il parroco di Zungri, il 43enne Don Felice La Rosa, è stato rinviato a giudizio dal procuratore di Catanzaro Debora Rizzo.

Già coinvolto nell’inchiesta “Settimo Cerchio”, terminata con una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione, il sacerdote sarebbe stato tra i clienti di un giro di prostituzione organizzato dal bulgaro Miroslaev Iliev. L’uomo, attualmente detenuto, avrebbe procacciato i minori stranieri che venivano poi consegnati ai clienti per prestazioni sessuali dietro il pagamento di 50 euro. Venti euro venivano trattenuti da Iliev, mentre i restanti trenta euro venivano consegnati al ragazzo.

 

Un quadro di degrado estremo quello emerso dall’operazione Settimo Cerchio, che ha travolto anche il pensionato Francesco Pugliese, il 55enne Mariano Mamone e il 53enne Luciano Restuccia. Secondo l’accusa, tutti avrebbero intrattenuto rapporti con minori tra il l’estate del 2015 e quella dell’anno successivo. Gli incontri avvenivano a Parghelia, cittadina costiera del Vibonese, e il vicino comune di Zungri. L’organizzatore del torbido traffico di giovani corpi, Miroslaev Iliev, è coinvolto anche nel nuovo procedimento aperto dalla Procura di Catanzaro, accusato di prostituzione minorile aggravata per aver reclutato, favorito, sfruttato ed organizzato la prostituzione di un 16enne dietro la corresponsione di somme di denaro.