I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dei familiari del collaboratore di giustizia crotonese. C’era anche il parere favorevole della Dda di Catanzaro
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La prima sezione del Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai familiari del collaboratore di giustizia, Luigi Bonaventura, ex esponente delle cosche crotonesi, ai quali il ministero dell’Interno aveva revocato il programma di protezione. La sentenza è arrivata due giorni fa, dopo il reclamo avanzato dinanzi al tribunale amministrativo regionale per il Lazio, dall’avvocato del foro di Cosenza, Enrico Morcavallo, il quale aveva spiegato ai giudici amministrativi che le dichiarazioni auto ed etero accusatorie di Bonaventura sono ancora utilizzate nei processi antimafia contro la ‘ndrangheta e quindi «i familiari sono esposti in forza della sua scelta collaborativa». Anche la Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo, Nicola Gratteri aveva espresso parere favorevole circa la proroga della protezione.
Il giudice estensore Vincenzo Blanda, nelle quattro pagine dell’ordinanza, con la quale sospende la delibera della commissione centrale (ex art. 10, 1. 15/03/1991 n. 82) emessa lo scorso 1 giugno, scrive che «dagli atti depositati in giudizio non può ricavarsi in modo univoco che la consorte del collaboratore abbia rifiutato il trasferimento per motivi di sicurezza presso una diversa località, in quanto sembra aver assunto piuttosto un atteggiamento interlocutorio con il quale si riservava di comunicare le proprie intenzioni alle autorità preposte dopo essersi consultata con i familiari». Il Tar, inoltre, ha rinviato per la trattazione di merito del ricorso all’udienza pubblica del 7 giugno 2022.