Sono tantissimi gli insegnanti calabresi pendolari che in queste ore si sono ritrovati in una condizione di “sospensione”. Non potranno essere vaccinati nel Lazio, dove prestano servizio, e nemmeno in Calabria dove risiedono perché non risultano negli elenchi delle scuole.

La rabbia degli "esodati"

Una situazione gravissima che ha creato paradossi, come nel caso di Armando Rossi, docente calabrese e pendolare, di ruolo a Roma, referente Covid del suo istituto, che è stato escluso dagli aventi diritto. Così lui, e tanti altri che prestano servizio fuori regione, rischiano di trovarsi in coda e di lavorare in scuole in cui tutti i colleghi saranno vaccinati tranne loro.

Il presidente ff: scriverò a Zingaretti

L’inghippo lo ha creato la Regione Lazio che ha preso questa decisione per prima, mettendola subito in atto. La Calabria rischia così di pagare il prezzo più alto in termini di dosi. La legge prevedeva una vaccinazione per categorie, quindi personale sanitario, persone fragili e così via, non una copertura a zone di residenza. E invece, pare, che la proposta laziale abbia trovato consensi nella riunione tra governatori dell’altro giorno.

Non è d’accordo, invece, il presidente ff. della Regione Calabria, Nino Spirlì, che ci conferma la volontà di vederci chiaro sulla faccenda: «Scriverò una lettera al governatore del Lazio – ha detto a LaC News24 -, se questa condotta dovesse essere confermata lo inviterò a rivedere la sua posizione che giudico imbarazzantepoco corretta e azzardata. È chiaro che se a Reggio Calabria, per fare un esempio, lavorano insegnanti siciliani, noi dobbiamo vaccinarli qui, dove prestano servizio, non lo può fare la Sicilia. E allo stesso modo deve avvenire altrove, diversamente esponiamo tutti al pericolo».

Chi troppo e chi troppo poco

Il punto è anche che i Provveditorati non riescono a sapere quali sono gli insegnanti residenti in una regione ma al lavoro in un’altra, e le dosi dei vaccini verrebbero falsate al momento dello smistamento.

Il Lazio si troverebbe con quantità abbondanti di vaccino, perché andrebbe a fare il calcolo sugli insegnanti in servizio salvo poi non usare i sieri sui non residenti, e qui in Calabria, invece, al contrario ci troveremmo con meno dosi e questo perché sono tanti i docenti che prestano servizio fuori. Insomma nel caos vaccini per la Calabria un problema in più.