Ambita come non mai la procura di Paola, uno dei cinque uffici inquirenti collocati nel Distretto giudiziario di Catanzaro. Nei giorni scorsi il sistema telematico del Consiglio Superiore della Magistratura ha detto stop alla presentazione delle domande per ricoprire il ruolo di procuratore capo dopo l’addio del magistrato crotonese Pierpaolo Bruni, oggi capo della procura di Santa Maria Capua Vetere. Sono undici infatti i pm che ritengono di poter guidare i quattro sostituti procuratori in servizio nel Tirreno cosentino (Ernesto Sassano, Maria Porcelli, Luca Natalucci, Mariolina Bannò), una zona ad alta densità criminale come dimostrano le inchieste antimafia della Dda di Catanzaro, ma soprattutto un territorio dove il malaffare è ben presente nelle stanze della politica e delle istituzioni.

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Nel corso degli ultimi sei anni, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri hanno permesso di scoperchiare diversi “sistemi” di cattiva gestione amministrativa, anche nel campo della sanità locale, senza trascurare o dimenticare i casi di bancarotta. Vedi quello dell’ex patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, imputato a Paola insieme ad altre persone. Questo dunque è il lavoro svolto nel periodo in cui Bruni era al comando dell’ufficio tirrenico. Periodo dove si sono registrate condanne ma anche assoluzioni. Rimane tuttavia un dato. Nel 2021, l’ufficio inquirente lavorava già sul 96% delle pendenze attuali, mentre solo il 4% riguardava il passato. Inoltre, i procedimenti iscritti a “modello 44” nel 2021 erano il 91% delle pendenze, mentre il 9% riguardava gli anni precedenti. Quelli iscritti a “modello 21 bis”, di competenza del giudice di pace, nel 2021 rappresentavano il 90% delle pendenze, mentre il 10% era riferito al passato. E la durata media dei procedimenti per le singole iscrizioni a modello 21 e a modello 44 si attestava a 157 giorni, mentre per quelli iscritti a modello 21 bis a 126 giorni. Insomma, chi arriverà a Paola troverà un ufficio funzionante e capace di affrontare reati di vario genere, dove la carenza d’organico è l’unico tallone d’Achille.

La procura di Paola e le sentenze della Cassazione

A conferma del lavoro svolto, in particolare nelle indagini contro la pubblica amministrazione, non è passata sotto traccia la sentenza emessa dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione, nei confronti di otto imputati precedentemente condannati dalla Corte d’Appello di Milano. Nel provvedimento di annullamento senza rinvio sono stati richiamati i vari procedimenti penali avviati dalla procura di Paola in materia di 353 bis, ovvero il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, relativamente ai casi Fernandez, Fuscaldo, Marsiglia e Mele. Delitti contestati che hanno generato diverse valutazioni giurisprudenziali. Nel primo caso il reato è “configurabile quando sia prevista una "gara", sia pure informale, cioè un segmento valutativo concorrenziale, nel secondo invece “va escluso nelle ipotesi in cui il procedimento di scelta sia svincolato da ogni schema concorsuale ovvero quando la decisione di procedere all'affidamento diretto sia essa stessa il risultato di condotte perturbatrici volte ad evitare la gara”. La Cassazione ha poi aderito alla seconda opzione interpretativa.

Procura di Paola, chi sono i magistrati candidati per sostituire Bruni

Passando al “toto-nomi”, i candidati per la procura di Paola sono Domenico Fiordalisi, attuale giudice presso la Corte di Cassazione, cosentino doc, già aspirante presidente del tribunale di Cosenza; Antonio Clemente, consigliere presso la Corte d’Appello di Lecce; Vincenzo Luberto, sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, già procuratore aggiunto di Catanzaro e recentemente assolto in appello dall’accusa di corruzione e favoreggiamento in concorso con l’ex deputato del Pd Ferdinando Aiello; Mario Palazzi, pm antimafia della procura di Roma, candidato alle ultime elezioni per il rinnovo del Csm con AreaDgAntonio Bruno Tridico, pm della procura di Cosenza, pronto a fare ricorso anche per la nomina di Antonio D’Alessio scelto quale nuovo procuratore aggiunto di Cosenza; Ernesto Sassano, pm della procura di Paola, dove svolge le funzioni di facente funzioni essendo il magistrato più anziano; Francesco Rotondo, pm della procura di Salerno; Paolo Sirleo, pm della procura di Catanzaro; Alessandra Maria Ruberto, pm della procura dei minori di Catanzaro; Fabrizio Monaco, pm della procura di Messina, e Domenico Guarascio, pm della procura di Catanzaro.

L’elenco dunque è ricco di nomi importanti e segna, senza dubbio, il ritorno sulla scena di Vincenzo Luberto, un magistrato che proprio nella costa tirrenica cosentina ha coordinato diverse inchieste antimafia nel periodo in cui lavorava a stretto contatto sia con l’ex procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo che successivamente con il procuratore Nicola Gratteri. In tal senso citiamo le inchieste “Azimuth”, “Plinius” e “Frontiera”, tra le più note. Nei mesi scorsi ha incassato anche la conferma delle funzioni di procuratore aggiunto di Catanzaro per il quadriennio 2015-2019. Pratica che ora attende di arrivare in Plenum.