Procida è la Capitale italiana della cultura per l'anno 2022.  È stata proclamata da una giuria presieduta dal professore Stefano Baia Curioni dopo l'esame dei 10 progetti finalisti. La designazione si è svolta alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.

Tra le ventotto candidature che erano pervenute vi era anche Tropea, unica calabrese, che però non ha superato la selezione dei dieci progetti finalisti, avvenuta a metà novembre. Ad essere scelti in quella occasione: Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L'Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania (Verbano-Cusio-Ossola), Volterra (Pisa) e la napoletana Procida che, ora, l’ha spuntata su tutte.

«È un anno complicato per tutti, stiamo cercando di sostenere in ogni modo le attività culturali e turistiche e la designazione oggi della capitale italiana della cultura per il 2022 è un segnale per il futuro, la ripresa. Nel 2022 saremo tornati alla normalità e la cultura e il turismo torneranno importanti e fortissimi come lo erano prima della pandemia», ha detto il ministro per i Beni Culturali e il Turismo Dario Franceschini aprendo la cerimonia di proclamazione.

Il ministro, che ha fatto i complimenti a Procida e al sindaco che era in collegamento, ha sottolineato come «l'ideazione della capitale italiana della cultura che risale al 2014, determina un percorso di valorizzazione di tutte le città al di là della vincitrice, mettendo in moto un meccanismo virtuoso e attrattivo, come per i candidati all'Oscar».

La vincitrice è stata comunicata al ministro da Baia Curioni con un whatsapp, anziché la classica busta sigillata. «Meritavano tutte - ha detto il professore durante la cerimonia di proclamazione - ci hanno sfidati per qualità. E quel che è importante è che tutti questi territori si sono affidati alla cultura per il loro sviluppo e l'idea che il patrimonio culturale sia la base stessa dello sviluppo è qualcosa di innovativo e fondamentale. Noi speriamo in un meccanismo di emulazione dei territori».