La Camera penale di Vibo Valentia scrive alla Corte d’Appello di Catanzaro: «Il nuovo palazzo di Giustizia, dal punto di vista strutturale, potrebbe rappresentare la soluzione naturale»
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L’avvocato Giuseppe Aloi, presidente della Camera Penale “Francesco Casuscelli” di Vibo Valentia ha inviato una missiva al presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e per conoscenza anche al Ministero della Giustizia, al presidente del Tribunale di Vibo, al procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, al procuratore di Vibo, Camillo Falvo, al presidente Coa Vibo, al sindaco di Vibo, Maria Limardo e al presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano. La missiva ha quale oggetto la celebrazione del maxiprocesso “Rinascita-Scott” a Vibo Valentia.
«Egregio signor presidente, ci scusiamo per le imprecisioni che potrebbero riscontrarsi nell’esposizione dei fatti ma le notizie a nostra disposizione sono frutto, esclusivamente, di resoconti giornalistici o colloqui informali, dai quali è comunque emersa la ferma determinazione del procuratore distrettuale per individuare a Vibo Valentia la struttura in grado di ospitare, in condizioni di sicurezza e per garantire l’esercizio dei diritti delle parti, la celebrazione del processo denominato Rinascita-Scott. A tal fine risulta essere stata individuata, in un primo tempo, come sede l’attuale palazzetto dello Sport Palamaita, con una previsione di spesa per l’acquisto dalla Provincia di Vibo Valentia per circa cinque milioni di euro. Ragioni tecniche, che allo stato non conosciamo, hanno impedito lo sviluppo di tale opzione e, dopo la paventata ipotesi di celebrazione del processo fuori della regione Calabria, pare sia stata trovata la soluzione con la realizzazione ex novo di una struttura a Catanzaro, accompagnata, per consentire la celebrazione dell’udienza preliminare, dalla realizzazione di una struttura transitoria da impiantare presso l’lstituto penitenziario di Catanzaro-Siano.
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La Camera Penale di Vibo Valentia, nella riunione da remoto del 12 giugno scorso, ha manifestato apprezzamento per le ragioni espresse dal Procuratore Distrettuale che hanno caratterizzato la ricerca della sede per la celebrazione del processo nell’ambito del circondario di Vibo Valentia. Nello stesso tempo si ritiene che occorra, prima di individuare altre soluzioni, verificare ulteriormente se non sia possibile superare le criticità che hanno impedito la conclusione dell’ipotesi Palamaiata. Si ritiene, inoltre, che un’ulteriore soluzione possa essere individuata nella realizzazione dell’aula apposita all’interno del palazzo di giustizia di via Lacquari a Vibo Valentia, visto che l’attualità dei lavori di completamento potrebbe consentire di ricavare, anche attraverso la riconversione degli ampi spazi posti nel piano interrato e destinati a archivi ovvero nei piani sopraelevati, un luogo in grado di garantire sia le condizioni di sicurezza che di agibilità per assicurare alle parti l’esercizio dei diritti connessi all’attività processuale.
Il nuovo palazzo di Giustizia di Vibo Valentia, dal punto di vista strutturale, potrebbe rappresentare la soluzione naturale dato che, in tal modo, si ricondurrebbe la celebrazione del processo nella sede propria del Tribunale e, inoltre, sarebbe preferibile anche dal punto di vista della economicità rispetto alle altre sedi prospettate. Ne possono essere ritenute ostative eventuali limitazioni funzionali riguardo al numero di accessi al palazzo di giustizia che erano state dettate in precedenza per carenze funzionali degli impianti: carenze che dovrebbero essere state risolte o in via di risoluzione con i lavori di messa in sicurezza finanziati nel 2018 dal Ministero della Giustizia.
La Camera penale di Vibo Valentia ritiene che, per poter mettere in atto quello sforzo di approfondimento auspicato per ricercare le soluzioni in grado di garantire la celebrazione del processo a Vibo Valentia, sia necessario che ogni determinazione venga assunta nella sede propria qual è la conferenza permanente da tenersi presso il Tribunale di Vibo Valentia alla presenza così anche del rappresentante del Consiglio dell’Ordine circondariale e degli enti locali interessati oltre che del Presidente del Tribunale di Vibo Valentia, del Procuratore della Repubblica e del Procuratore distrettuale.
In tal senso è la sollecitazione che Le rivolgiamo e che raccoglie e sintetizza l’istanza superiore che ci impone di compiere ogni azione possibile affinché il numero degli imputati non distolga dalla celebrazione del processo dalla sede naturale, come era stata individuata in Vibo Valentia fin da subito dalla Procura distrettuale ma che, anzi, proprio il numero degli imputati coinvolti sia elemento determinate affinchè ogni soluzione sia assunta per garantire la massima agibilità all’esercizio del diritto di difesa e ciò può avvenire solo con la celebrazione del processo nella sede del Tribunale di Vibo Valentia».