Il processo Lande desolate rimane senza intercettazioni. Il tribunale collegiale di Catanzaro ha escluso, con una nuova ordinanza, anche le captazioni provenienti dall'inchiesta "Cumbertazione". Tutti gli "ascolti" fatti dalla polizia giudiziaria sono inutilizzabili nel processo, nato nel 2018 dall'indagine della Dda di Catanzaro che ha segnato la fine politica di Mario Oliverio, all'epoca presidente della Regione Calabria, poi assolto in primo grado dall'accusa di corruzione.

Dato non irrilevante

I giudici collegiali, dopo essere subentrati al primo trio togato, hanno risposto alla richiesta di revoca della precedente ordinanza avanzata dalla Dda di Catanzaro. Rispetto all'originario provvedimento, il "nuovo" tribunale si è accorto che anche le intercettazioni effettuate dalla Dda di Reggio Calabria, titolare del procedimento "Cumbertazione", non potevano essere utilizzate in "Lande desolate". E il dato non è irrilevante perché si basa sul recente orientamento della Cassazione riguardo alla cosiddetta "sentenza Cavallo", già richiamata dai giudici in servizio nel Distretto Giudiziario di Catanzaro nei processi distrettuali e ordinari. Le captazioni, in parole povere, non potevano essere a fondamento dell'impianto accusatorio in quanto il reato per cui si procedeva non era strettamente connesso con il primo individuato dai magistrati reggini.

La "sentenza Cavallo": l'orientamento giurisprudenziale

La Corte di Cassazione si era pronunciata sulla corretta interpretazione del divieto di utilizzazione delle intercettazioni in procedimenti diversi, come previsto dall'art. 270 c.p.p. La sentenza, emessa dalla quarta sezione, si inseriva in un contesto giurisprudenziale già delineato dalla "sentenza Cavallo" e dalla recente riforma delle intercettazioni del 2019.

Il divieto di cui all'art. 270 c.p.p. stabilisce che i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli per cui sono stati autorizzati, salvo alcune eccezioni. La "sentenza Cavallo", ha chiarito che il divieto non si applica ai risultati relativi a reati connessi a quelli per cui l'autorizzazione era stata originariamente concessa, sempreché rientrino nei limiti di ammissibilità previsti dalla legge.

La riforma delle intercettazioni del 2019 ha ulteriormente ridotto la portata del divieto, modificando l'art. 270, comma 1, c.p.p. in modo che i risultati delle intercettazioni possano essere utilizzati «se risultano rilevanti e indispensabili per l'accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza e dei reati di cui all'art. 266, comma 1».

L'assenza di connessione tra Lande desolate e Cumbertazione

A legare le inchieste "Frontiera", "Piazza Bilotti", "Cumbertazione" e "Lande desolate" era la figura dell'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, assolto in via definitiva nel processo contro la cosca Muto di Cetraro, ma ancora in attesa di giudizio nei restanti processi. "Piazza Bilotti" si svolge a Cosenza, "Lande desolate" a Catanzaro e "Cumbertazione" a Palmi.

C'è anche da dire che il processo "Cumbertazione" procede a passo di lumaca. Parliamo di un'operazione antimafia del 2017 che, a distanza di sette anni dal blitz, non ha ancora una sentenza di primo grado. L'istruttoria infatti va a rilento e di recente sono stati sentiti i collaboratori di giustizia, testi che verranno esauriti solo nei prossimi mesi.

Processo "Lande desolate", la situazione

Il processo "Lande desolate" non è certamente messo meglio. Ieri, dopo l'ordinanza del tribunale collegiale di Catanzaro, la pubblica accusa ha esaminato un teste qualificato di polizia giudiziaria, un militare della Guardia di Finanza, che ha condotto la stragrande maggioranza delle attività investigative. Non potendo fare riferimento alle intercettazioni, il teste di polizia giudiziaria si è limitato ad evidenziare le supposizioni avanzate in sede di richiesta cautelare da parte della Dda di Catanzaro.

Per l'ufficio di procura antimafia gli imputati avrebbero stipulato accordi, anche di tipo elettorale, affinché si producessero atti falsi nello stato di avanzamento dei lavori di tre grandi opere: Piazza Bilotti a Cosenza, l'impianto sciistico di Lorica e l'aviosuperficie di Scalea. Per il finanziere la percentuale di realizzazione delle singole opere non era conforme a quella messa nero su bianco nei SAL. Deduzione investigativa "ad occhio" grazie alla ricognizione fatta dall'alto con l'elicottero di bandiera.

Le difese, sul punto, forti della recente ordinanza collegiale, hanno contrastato dialetticamente parlando le risposte del teste ed è emerso che la procura antimafia, relativamente ai lavori non completati, non si è avvalsa di una consulente di parte né gli investigatori hanno visto con i propri occhi se, ad esempio, all'interno della struttura di Scalea fossero stati installati o meno i condizionatori. Sempre le difese, hanno chiesto al testimone dell'accusa, il primo escusso in dibattimento, se fosse a conoscenza del progetto e se, sul caso citato pocanzi, i motori dei condizionatori erano stati installati da un'altra parte e non sul tetto, come visto durante l'ispezione aerea.

Imputati e difensori

Gli imputati sono:

  • Gianluca Guarnaccia
  • Carmine Guido
  • Rosaria Guzzo
  • Pasquale Latella
  • Damiano Francesco Mele
  • Carlo Cittadini
  • Vincenzo De Caro
  • Ettore Della Fazia
  • Marco Oliverio
  • Gianbattista Falvo
  • Giorgio Ottavio Barbieri
  • Marco Trozzo
  • Francesco Tucci
  • Luigi Giuseppe Zinno.

Nel collegio difensivo, invece, troviamo gli avvocati Antonio Ingrosso, Nicola Carratelli, Ugo Celestino, Stefania Ingrosso, Tiziano Gigli, Vincenzo Adamo, Franco Sammarco, Giuseppe Malvasi, Filippo Cinnante, Angelo Pugliese, Andrea Onofrio e Nicola Rendace.