Le pene inflitte dal gup di Catanzaro vanno dai 10 anni a 1 anno e 9 mesi. La più pesante è quella al boss Alfonso Mannolo, ritenuto a capo dell'omonimo clan
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Il gup di Catanzaro Chiara Esposito ha condannato a pene variabili dai 10 anni a un anno e nove mesi i 12 imputati coinvolti nel procedimento denominato "Jonica", che vede coinvolti appartenenti e sodali della cosca di San Leonardo di Cutro, funzionalmente collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro, accusati, a vario titolo, di estorsione, usura, ricettazione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori. Tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Nessuna assoluzione nel processo abbreviato che vede la condanna più pesante, dieci anni, un mese, 10 giorni e 6.345 euro di multa, comminata al presunto boss ottantenne Alfonso Mannolo, ritenuto vertice apicale dell'omonima consorteria di 'ndrangheta. Mannolo è stato condannato per associazione mafiosa, sei casi di estorsione, due casi di usura e trasferimento fraudolento di valori.
Condannato a quattro anni, quattro mesi e 20 giorni anche il braccio destro del boss, Dante Mannolo ritenuto colpevole di associazione mafiosa, due casi di estorsione, usura e trasferimento fraudolento di valori. Altre condanne sono state comminate a sodali della cosca come Fiore Zoffreo, sette anni, due mesi e 20 giorni di reclusione - per due cosi di estorsione e due di usura - e Carmine Ranieri per un caso di estorsione. Il giudice ha condannato Dante Mannolo e Fiore Zoffreo al risarcimento nei confronti dell'imprenditore Gianpiero Caruso, titolare della società Eurotourist che amministra il villaggio Santa Monica di Steccato di Cutro, parte civile perché vittima di estorsione. Nei confronti dell'imprenditore, difeso dall'avvocato Michele Gigliotti, è stata fissata una provvisionale di 20mila euro.