L'udienza odierna del processo "Bergamini" in programma oggi ha visto alternarsi sul banco dei testimoni gli ex calciatori Michele PadovanoCiro Muro e, soprattutto Gianfranco Zola, il celebre "Tamburino sardo", già fantasista di Napoli, Parma, Chelsea e della Nazionale. Si trattava di testimoni indiretti, tirati in ballo dall'ex collaboratore di giustizia Pietro Pugliese che, in una precedente udienza, ha sostenuto di aver appreso da loro particolari sulla morte di Donato Bergamini, a suo dire (e a dire di Zola & co.) riconducibile al calcio scommesse.

Come e perché avrebbero dovuto spiegarlo i diretti interessati, convocati in aula su iniziativa del presidente della Corte, Paola Lucente. Poche le domande rivolte loro dal giudice: «Conosce Pietro Pugliese?", «Ha mai parlato con lui della morte di Bergamini?», «Sa qualcosa di questa vicenda?». Il più monotono dei «No» ha accomunato tutte le risposte dei testimoni, unitamente a quelle di un paio di giornalisti napoletani convocati a Cosenza per lo stesso motivo. Proprio la città partenopea è il trait d'union fra Pugliese e i testimoni del giorno.

Camorrista e tifoso della squadra, già grande accusatore di Diego Armando Maradona, Pugliese affermava di aver appreso quelle informazioni dai tre ex calciatori che, in tempi diversi, hanno indossato la casacca del Napoli. Prevedibilmente, da loro non è arrivata alcuna conferma in merito a confidenze fatte al collaboratore di giustizia. Un'altra presunta fonte di Pugliese non è potuta intervenire in aula perché affetta da seri problemi fisici. L'orientamento della Corte è quello di rinunciare alla sua deposizione, ma prima sarà fatto un tentativo in videocollegamento.

Ciò avverrà il prossimo 7 maggio, alla ripresa dei lavori. L'udienza del 15 aprile, infatti, è stata cancellata e ciò comporta uno slittamento della chiamata in aula di Gianluca Tiesi, cognato dell'imputata Isabella Internò, e di Liliana Innamorato, consulente di parte della difesa. Sono gli ultimi due testimoni da sentire in aula e ciò avverrà esattamente tra un mese. Un paio di udienze saranno poi dedicate, su richiesta delle parti, alla fase di acquisizione di nuove prove. La sensazione è che a giugno sarà già tempo di requisitoria e poi di arringhe.