«Gallo vantava rapporti con politici. Quello che so è che lui era legato a Caridi». Spunta un nuovo collaboratore di giustizia nel processo che si sta celebrando nell'aula bunker di Lamezia Terme e scaturito dall'inchiesta denominata Basso Profilo, istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e che vede tra gli indagati eccellenti anche l'ex assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico.

La collaborazione

Il primo verbale di collaborazione porta la data dello scorso 21 settembre, quando Tommaso Rosa, 57 anni, nato a Crotone ma residente a Sellia Marina in provincia di Catanzaro chiede di «essere sentito perché intendo collaborare con la giustizia perché voglio togliermi un grosso peso di dosso». Questo è ciò che afferma alla presenza dei due sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, i quali chiedono dei suoi rapporti con Antonio Gallo.

L'associazione

Antonio Gallo e Tommaso Rosa, almeno secondo la ricostruzione della Procura, avrebbero fatto parte di una associazione mafiosa al cui interno gravitava anche Nicolino Grande Aracri, Giovanni Trapasso, Alfonso Mannolo e Antonio Santo Bagnato. Il primo avrebbe funto da riferimento operativo delle cosche operanti nel territorio di Sellia Marina, Catanzaro, Botricello, Mesoraca, Roccabernarda, Cutro e Cirò Marina grazie al suo ruolo di intraprendente imprenditore che gestiva in regime di sostanziale monopolio la fornitura di prodotti antinfortunistici ai privati. Il secondo, invece, referente della cosca di Roccabernarda - in forza del suo rapporto con il presunto capo, Antonio Santo Bagnato - gestiva società fittizie create allo scopo di drenare soldi all'erario e agli enti previdenziali

Le gare truccate

Interrogato su sui rapporti con Gallo, Tommaso Rosa vuota il sacco e rivela come il primo intrattenesse «ottimi rapporti con personaggi di 'ndrangheta» e come vantasse «molti agganci da Reggio Calabria fino a Cosenza». Riferì a lui che «nel settore dell'antinfortunistica non doveva pagare mazzette e che i lavori li otteneva sia con alterazioni delle gare di appalto sia con affidamenti nel settore privato tramite l'intervento delle cosche. In particolare, i villaggi turistici erano controllati dalle cosche. Ricordo che lui lavorava nel Sun Beach nel quale mi fece entrare a lavorare con la mia società chiedendomi una percentuale del 10% anche quando i gestori del villaggio per ragioni economiche non pagavano. Mi raccomandò di non dire nulla ai Trapasso di questa percentuale che mi chiedeva. Invece per quanto attiene alle truffe e alle false fatturazioni lui dava una percentuale alle cosche, in base alla ubicazione dell'azienda. In ogni caso lui ricambiava i favori mettendosi a completa disposizione delle cosche che lo agevolavano».

Forniture sotto soglia

Il collaboratore di giustizia prosegue nel racconto dichiarando come Gallo «avesse agganci nelle stazioni appaltanti, da cui traeva notizie riservate per poter partecipare alle commesse pubbliche per la fornitura di prodotti antinfortunistici. Mi disse, inoltre, che talvolta faceva forniture sotto soglia in modo da avere affidamenti diretti in somma urgenza. Recentemente so che ha avuto anche commesse dalle Asp per la fornitura di mascherine».