Marcello Dell’Utri verrà sentito nell’ambito del processo “Breakfast”, come testimone, il 29 ottobre a Roma. Lo ha deciso il presidente del collegio, Natina Pratticò, dopo la terza assenza consecutiva, per ragioni di salute, dell’ex senatore di centrodestra che attualmente sta scontando una condanna definitiva ai domiciliari, rimediata per concorso esterno in associazione mafiosa. Sono state proprio le sue precarie condizioni di salute a indurre la magistratura di sorveglianza a sostiutire la detenzione carceraria con quella domiciliare. Stesse motivazioni che hanno portato oggi il Tribunale reggino a disporre il differimento del processo, nella data del 29 ottobre.

 

Per l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo così come per l’avvocato Corrado Politi, che insieme al legale Tonino Curatola, difende l’imputato Martino Politi, la testimonianza dell’ex senatore è fondamentale. Per la Dda vi sarebbero delle “sovrapposizioni”, e quindi degli stessi modus operandi, della latitanza libanese di Dell’Utri con il tentativo di fuga, nel paese dei cedri, dell’armatore reggino Amedeo Matacena. Un tentativo di latitanza per cui sono sotto processo, l’ex  ministro dell’interno Claudio Scajola, Chiara Rizzo, ex moglie di Matacena, Martino Politi e Mariagrazia Fiordelisi, rispettivamente ex collaboratore ed ex segretaria dei coniugi Matacena-Rizzo.

Per la difesa di Politi invece, Dell’Utri è un teste a discarico, quindi fondamentale, ed è stato citato «per smentire la tesi accusatoria nell’ambito dell’inchiesta in corso ossia il parallelismo fra le due latitanze, circostanza per questa difesa- ha concluso l’avvocato Politi, non veritiera».

 

Assente nuovamente oggi l’imprenditore catanzarese Vincenzo Speziali junior per cui il Tribunale ne ha disposto l’accompagnamento coatto il prossimo lunedì. Durante il proprio intervento l’accusa ha reso noto che Speziali attualmente è ”imputato di reato connesso” perché emergerebbe, dall’inchiesta “Stato parallelo”, il suo ruolo rilevante nella programmazione di latitanti eccellenti all'estero, come Dell'Utri e Matacena.

Testimonianza, quella di Speziali, ritenuta fondamentale anche per la difesa di Chiara Rizzo.  «Per noi è un testimone chiave- dice l’avvocato Candido Bonaventura - soprattutto in relazione ai rapporti che aveva con Scajola; Chiara Rizzo non ha mai avuto alcun rapporto con Speziali e questa circostanza deve emergere in dibattimento. Noi su questo non torneremo indietro, abbiamo assolutamente l’esigenza di sentire Speziali durante il processo». Durante il proprio intervento, il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha formulato al Tribunale una serie di nuove richieste istruttorie, con la citazione di nuovi testimoni, proprio a seguito delle nuove risultanze investigative derivanti dall’inchiesta “Stato Parallelo”. Tra queste spicca quella del collaboratore di giustizia, Cosimo Virgiglio, imprenditore legato al clan Molè di Gioia Tauro ed inserito in ambienti masso-mafiosi.

 

Virgiglio, seppur non nei 180 giorni (ossia quelli previsti dalla legge e che disciplinano le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia con gli inquirenti), affermerà un coinvolgimento dell’ex ministro Scajola in questi ambienti di ‘ndrangheta e massoneria deviata.  Sulle richieste istruttorie, formulate dall’accusa, le parti interloquiranno nella prossima udienza di lunedì e successivamente il Collegio deciderà. «Io non ho mai conosciuto questo pentito - dice Scajola - quindi non può dire nulla di più. Ben vengano quindi gli approfondimenti».